Genoa, presentati Morosini e Beghetto. L’ex Brescia: “Maglia 32 in onore di Brocchi”
Una doppia presentazione per un doppio colpo dalla Serie B: Leonardo Morosini e Andrea Beghetto, dal Brescia e dalla Spal, ufficialmente del Genoa. Ecco quindi le loro parole, partendo da quelle di Morosini: “Sicuramente è stato primo giorno molto positivo, ho trovato un gruppo giovane e di bravi ragazzi. Nel girone di andata la squadra ha dimostrato che il gruppo è la sua forza. Juric? Lavora tanto, in maniera intensa, per me è un onore essere qui. Il gol in partitella? Ci ho provato, ho strozzato un po’ il tiro ed è entrata”.
“Differenze tra a A e B? Ho notato un approccio di lavoro diverso, i primi giorni sono stati un po’ traumatici, l’intensità è altissima, mi ci vorrà un po’ per abituarci. Oltre al calcio ho molti altri interessi, ho la passione della musica trasmessa da mio padre, mia mamma insegna lingue. Ho un fratello dal quale anche se ha giocato in serie minori ho tanto da imparare. Il mio ruolo? Io sono un giocatore d’attacco, mi piace inserirmi, ma con juric sappiamo che è importante anche coprire e bisogna correre, correre, correre. Mezzala? Ho giocato un po’ in primavera, ma a Brescia mai”.
“Il giocatore al quale mi ispiro? Sono cresciuto col mito di Baggio. Conoscete meglio di me il mercato, ci sono stati interessamenti vari. Ho sentito parlare di Juventus e Inter in realtà a giugno c’è stato col Bologna il più serio avuto poi da due o tre mesi che il Genoa spinge con Fabrizio Preziosi, Milanetto che conosce bene Brescia, Juric che mi ha voluto, da tre mesi quindi ho chiuso la porta perché volevo venire qui. Dedicherò al Genoa ‘Don’t stop me now’ perché chi si ferma è perduto e questa squadra deve andare sempre a mille. La maglia numero 32? Io mio numero è il 23, ma era occupata e l’ho scelta in onore di Brocchi, grande allenatore e persona splendida. Spero di fare un briciolo della sua carriera”.
Anche Andrea Beghetto arriva dalla Serie B, dopo la Spal, il Genoa: “Caratteristiche? Cerco di far fare gol ai compagni, cosa che mi fa felice gioire tutti assieme. Sette assist con la Spal? Intanto ringrazio la società che mi ha dato la possibilità di giocare con continuità, sono riuscito a fare anche un gol verso la fine è sono contento di quello che abbiamo fatto. Divertito a guardare il Genoa? La Serie A l’ho seguita molto, per capire quello che avrei potuto incontrare venendo al Genoa. Ho visto delle partite della squadra, sfrutta molto bene gli esterni e questo è stato un fattore che mi ha spinto a fare questa scelta, oltre all’importanza del club. Juric? Pretende molto in allenamento, lavora ad altissima intensità, chiede molto ma vedo che il gruppo lo segue e con lui c’è solo da migliorare. Chi mi ha impressionato di più? Burdisso visto anche il curriculum è un esempio a seguire. Contento? Molto, c’erano anche altre società ma non ho avuto dubbi sulla scelta, una società che mi vuole fare crescere”.
“Famiglia di sportivi? Mio padre giocava a calcio, insieme anche a Murgita a Vicenza, mio nonno era olimpico. Sono stati bravi a farmi imparare l’importanza e i valori dello sport, allo stesso tempo non mi hanno fatto pesare il cognome. Il Beghetto che giocò nel genoa mio parente? Il mio è un paese piccolo, siamo parenti alla lontana”. Il salto in A? Grande salto, ma penso che col lavoro giornaliero di potere stare in questo gruppo. Il Ferraris? L’ho visto solo in TV non vedo l’ora di giocarci. Derby? Me ne hanno parlato, bellissimo. Non vedo l’ora di giocarlo. Le mie caratteristiche? Mio padre giocava nel mio stesso ruolo, gin da piccolo guardavo le VHS e seguivo lui. Raggiungere gli obiettivi che ha raggiunto lui sarebbe bellissimo. Il numero di maglia, il 16, è quello che lui aveva a Vicenza e l’ho scelta per lui”.