Generazione 2000: Stoppa, il talento del Novara che ‘legge’ CR7
A Novara c’è un ragazzino del 2000 che in campo fa cose da grande e fuori ragiona da uomo. “Matteo Stoppa, piacere”. Voce squillante, sguardo sveglio e poca barba: questa volta l’apparenza non inganna. “La patente? Ce l’ho! Presa da pochissimo. Adesso, con la macchina, è tutta un’altra vita. Mi sento più indipendente”. Maggiorenne da settembre. “Come regalo di compleanno sono stato allo Stadium di Torino per Juventus-Bologna. I miei genitori sanno quanto io ammiri Cristiano Ronaldo”. Idolo, modello, esempio da seguire. “Amo la sua mentalità vincente. Mi piace leggere libri su di lui, prima di una partita mi leggo volentieri la sua biografia”. Matteo, che sabato 16 marzo ha segnato il suo primo gol in campionato tra i professionisti (il primo gol in assoluto era già arrivato in Coppa Italia contro il Perugia ad agosto), ci svela l’altro elemento chiave nella sua vita: “la famiglia”. Parole sincere di chi è consapevole dei sacrifici fatti per il suo bene. “Senza di loro non sarei nulla”. Non è un caso che il gol al Cuneo lo abbia dedicato proprio a loro. “Dopo la rete mi sono platealmente girato verso la tribuna per mandargli un bacio. Mamma e papà mi seguono sempre, si fanno chilometri su chilometri pur di vedermi giocare. Ogni weekend! Settimana scorsa si sono fatti 5 ore di macchina per sostenermi fino ad Arezzo. Sono il mio portafortuna”. Fortuna, chissà, però Matteo Stoppa non è scaramantico. Bada al sodo e al lavoro quotidiano. “Sono nato a Biella ma da quest’anno vivo stabilmente in convitto a Novarello. Ho deciso così perché evito di stancarmi durante i viaggi e mi concentro solo sul mio lavoro, tra campo e palestra”. Al Novara. La sua seconda casa. “Hai 18 anni ma sei già una bandiera…”, gli suggeriamo. Matteo ringrazia e spiega. “Sono cresciuto con questi colori addosso. Sono qui dal 2010! Ho visto il Novara in Serie A, ricordo ancora un super gol di Ibrahimovic al Piola”. Emozioni.
(foto: Fabrizio Patrucco)
“Ci racconti un segreto di Novarello? Non l’ho ancora scoperto!”. Il segreto per diventare grande invece non ce lo nasconde. “Bisogna saper ascoltare i consigli dei più esperti. Per dire, Cacia lo seguo sempre in tutto quello che mi dice. So che mi vuole aiutare, pensa alla mia crescita. Talvolta qualche avversario mi fa battutine un po’ acide per innervosirmi ma non ci faccio caso. Mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro”. Il ragazzino della iGen ha temperamento. Ha anche i social che usa abbastanza e una passione smisurata per il tennis. “Il mio secondo sport! A 10 anni dovevo scegliere cosa fare, ho optato per il pallone. Ma quando posso due scambi con papà me li faccio più che volentieri”. Il sogno è bello stampato in fronte: “Giocare in Serie A, non so quando ma voglio arrivarci”. Non si nasconde Matteo: ambizioso, talentoso. Un 2000 con la testa (e la fame) giusta per ottenere quello che vuole.