Gattuso: “Se un giocatore mi manda a quel paese non porto rancore. Il Milan è la priorità”
"La squadra ha pregi e difetti. Deve crescere ma ha delle basi importanti ed è composta da tantissimi giovani. Non siamo riusciti a trovare soluzioni in alcune gare ma bisogna guardare il campionato che stiamo facendo. Il rammarico più grande è aver perso tanti punti per strada". Questa la fotografia che Gattuso ha fatto della vittoria contro la Fiorentina e della stagione del suo Milan più in generale.
L'allenatore rossonero ha poi proseguito: "Montella? Con Vincenzo non ho mai discusso e non ho mai avuto nessun problema. Ho tanta stima per lui, è un allenatore con una mentalità che mi piace. Mi ha lasciato qualcosa in eredità che mi ha aperto la testa – ha spiegato Gattuso ai microfoni di SkySport -. E' stato anche un mio ex compagno di Nazionale. Era normale quell'abbraccio.
Bakayoko? Già il giorno dopo avevo messo tutto da parte. Se un mio giocatore mi manda a quel paese io non porto rancore. L'importante è portare rispetto dentro lo spogliatoio, per il gruppo. Se ha qualche problema con me ho il dovere di fare finta di niente perché è un giocatore importante. Ho il dovere di portare avanti il nome del Milan perché la priorità è questa. Ecco a cosa mi sono serviti i 20 anni di carriera. L'importante è che i giocatori non si manchino di rispetto tra di loro, se mi mandano a quel paese me ne faccio una ragione…".
Tornando al campo: "Questa squadra sta dando tanto e sta facendo bene. Piatek? Deve pensare alla squadra. Se avesse attaccato il primo palo nel primo tempo avrebbe avuto più occasioni. Non deve fasciarsi la testa e pensare solo al suo orticello ma questo l'ha capito bene. Con il Torino la prestazione non è stata negativa, solo il risultato. Abbiamo giocato male a Parma per esempio, ma contro il Toro no. Ma dobbiamo dare più continuità. Se giochiamo come sappiamo ci troviamo a nostro agio. Quando non abbiamo più trovato le nostre sicurezze sono venuti fuori tutti i nostri difetti".