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Dieci e… Lodi, a segno dalla A alla D: “La Sicilia è la mia isola felice”

Poco meno di cento chilometri dividono Messina e Catania. Due città collegate da un'autostrada, un percorso che conosce bene Francesco Lodi. Catania la sua città adottiva, Messina la sua città calcistica da un mese quando ha deciso di sposare il progetto del FC Messina in Serie D. "Qui vivo, ho famiglia e mi sono stabilito qui. Questo fa capire cosa è la Sicilia per me" racconta Lodi a Gianlucadimarzio.com.

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Un'isola felice per Lodi che a Messina si è presentato nel migliore dei modi con una tripletta. Alla prima in casa, al Franco Scoglio, il centrocampista ha siglato tre reti nella vittoria contro il Dattilo. Due calci di rigore (di cui uno messo a segno con il cucchiaio), ma soprattutto il suo marchio di fabbrica: i calci di punizione. Dalla A alla D, sempre a segno: "È la mia prima tripletta in carriera, mi sono sempre fermato alle doppiette – scherza Lodi – Mi mancava il gol in questa categoria, è la prima volta che ci gioco. Mercoledì è andata bene, soprattutto per il risultato finale".

L'FC Messina, infatti, ha vinto per 4-2, restando al secondo posto in classifica a tre punti di distacco (ma con due partite in meno) dalla capolista, i cugini dell'ACR Messina. "È un campionato duro – spiega Lodi – La società ha fatto degli investimenti importanti per vincere il campionato. Questa società non ha niente a che vedere con la Serie D, il primo giorno che sono arrivato ho visto un'organizzazione da professionisti. C'è uno staff societario presente e il presidente è sempre vicino".

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La scelta di tornare in Sicilia è maturata poco prima di Natale, frutto di un grave lutto: "C'è stato un grave lutto familiare prima di Natale. Ero da solo a Trieste, mia moglie a Catania – racconta Lodi – Dentro di me ho pensato che era il momento di avvicinarmi a casa, in quella situazione così importante non potevo restare solo a Trieste". Lodi saluta così la Triestina, dove aveva giocato con continuità nella prima parte di stagione: "Devo ringraziare ancora oggi la società, D'Aniello e Milanese perché si sono comportati egregiamente con me. Seguo i miei ex compagni e ancora oggi ci sentiamo". Ecco che allora si presenta l'occasione del FC Messina del presidente Arena: "Il gruppo mi ha accolto benissimo, mi hanno fatto sentire uno di loro. Appena sono arrivato mi sono messo a disposizione, È una scelta che ho valutato sotto ogni punto di vista. Avevo bisogno di tornare a casa".

Il rapporto con Catania e il derby

Casa che per Ciccio Lodi è Catania: "Catania è il mio tutto. Tutte le società dove sono stato mi hanno dato qualcosa, ma Catania mi ha lasciato qualcosa in più". Un rapporto che va oltre quanto fatto in campo dove Lodi ha collezionato 206 presenze con 50 gol e 44 assist. Un Catania dei tempi d'oro che impauriva anche le big di Serie A: "Lì c'era una qualità altissima in quella squadra, bastava guardarsi negli occhi per capirsi. Quel Catania era temuto da tutti, anche dalle grandi squadre. Ci sono tanti bei ricordi – racconta Lodi – Dall'esordio con doppietta contro il Lecce al gol al 95° minuto contro la Juventus, passando per il record di punti con Maran e il bel calcio con Montella".

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Montella che resta l'allenatore decisivo per la svolta nella carriera di Lodi. Lui lo ha schierato davanti la difesa e, da lì, non si è più mosso: "Sono arrivato quando c'era il Cholo Simeone, giocavamo 4-4-2 o 4-3-3. Facevo la mezzala, ma restavo in zona per giocare la palla. Con l'arrivo di Montella non partivo titolare, ma quando subentravo mi schierava sempre davanti alla difesa. Da lì è iniziata una stagione memorabile, ho fatto 9 gol e tanti assist, abbiamo battuto il record di punti dell'anno precedente. Era il primo anno dove giocavo sempre davanti alla difesa". 

E tra cinque giorni c'è un appuntamento speciale per Lodi, quel derby Catania-Palermo che tante volte ha vissuto da protagonista in campo e che vedrà adesso da spettatore: "Di derby ne ho fatti diversi in Serie A, è una partita che esula dal campionato – spiega – Durante la settimana i tifosi ti caricano già dal lunedì, non è una partita come le altre. Se vincevi eri venerato. La squadra non si farà trovare impreparata, ma la mancanza del pubblico si farà sentire".

Le punizioni: "Il talento non basta, va coltivato"

Quel pubblico che non era presente sugli spalti del "Franco Scoglio" di Messina due giorni fa, quando Lodi con una perfetta traiettoria ha insaccato il pallone sotto l'incrocio dei pali. L'ennesimo gol su punizione della sua carriera, lui che tra il 2010 e il 2019 è il giocatore ad aver siglato più reti da calcio piazzato nelle top 5 leghe europee, dietro solo a Messi, Ronaldo e Pjanic: "Tra questi nomi forse sono l'ultima ruota del carro. Ho provato una soddisfazione enorme a vedere il mio nome accostato a questi enormi campioni". 

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Una tecnica studiata e affinata sin da bambino, guardando Diego Armando Maradona: "Sono cresciuto guardando i suoi dvd. Essendo mancino mi sono sempre esercitato a tirare le punizioni. Ho sempre dedicato qualche minuto durante la settimana per calciare le punizioni, con e senza barriera. Solo il talento non basta, va coltivato".

Futuro? Il sogno da direttore sportivo

La testa è sul campo, ma Lodi guarda anche al futuro con le idee ben chiare: "Fin quando mi sento bene e mi diverto vado avanti. Quando questo mancherà smetterò – spiega Lodi – Quest'ora non è arrivata, ma penso a quello che vorrò fare. Mi concentro sulla scuola calcio che ho a Catania insieme a mio cognato, poi mi piacerebbe fare il direttore sportivo. Mi piace seguire le partite e i giocatori, mi piace osservare stando a contatto con la squadra. Mi è sempre piaciuto, auguro che in futuro possa accadere".

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Prima però c'è un obiettivo, quello di riportare il Messina tra i professionisti, magari con il Catania promosso in Serie B: "Ci metterei la firma, a occhi chiusi, pur rinunciando a segnare da qui alla fine. L'importante è raggiungere il risultato". Sempre con il sorriso e la determinazione di un calciatore che vuole continuare a stupire.

CREDIT PHOTO: Marco Familiari / FC Messina