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Tra passato e presente, Lillo Foti racconta Stuani: “Non l’avevo capito”

Dieci anni fa un solo gol in un anno e mezzo con la Reggina, oggi 16 con il Girona. Nel mezzo, una crescita a livello di personalità e sicurezza: “Ma la tecnica ce l’ha sempre avuta, poteva arrivare ai livelli di Cavani”. A raccontare Stuani è l’ex presidente amaranto Lillo Foti, che ci spiega cosa non ha funzionato in Italia

Chiamatelo bomber. Se avete qualche ricordo amarcord di Cristhian Stuani con la maglia della Reggina, dimenticatelo. Ieri era un ragazzino timido e impacciato, oggi la musica è cambiata.

Chiedere al Girona per credere. Con 16 gol è il capocannoniere – per distacco – della squadra. Terzo nella classifica dei bomber della Liga (15 reti). Meglio di lui solo Messi (a +10, di un altro pianeta) e Luis Suarez a un gol di distanza. Alle sue spalle giocatori come Griezmann e Benzema, per capirci.

A raccontarci Stuani in esclusiva per gianlucadimarzio.com è l’ex presidente della Reggina Lillo Foti, che nella stagione 2007-08 lo portò in Italia intuendo prima di tutti le qualità dell’uruguaiano: “Forse non era ancora pronto e l’ambientamento è stato difficile, oggi sono contento di vedergli fare tanti gol in Spagna”.

Stuani è arrivato a Reggio Calabria a gennaio 2008 nel mezzo di una stagione difficile per il club, con tre allenatori cambiati e un 15° posto in campionato. Ancora peggio l’anno successivo, chiuso con la retrocessione della Reggina in B: “La situazione non era delle migliori, forse c’è stata troppa attesa nei suoi confronti e questo non gli ha dato l’opportunità di mettersi in mostra”.

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Preso a settembre e arrivato a gennaio, Stuani è stato pescato in Uruguay nel Danubio: “I miei osservatori erano andati a vederlo e mi avevano portato qualche indicazione”. Poi però Foti è voluto andare di persona per studiare il giocare con i propri occhi: “Mi colpirono subito la tecnica e i movimenti, ha la capacità di farsi trovare sempre pronto”. O quasi:Una volta sbagliò il gol vittoria a Cagliari a pochi minuti dalla fine. Era una partita importantissima, forse anche quello l’ha buttato giù mentalmente”.

“IO HO LE MIE RESPONSABILITÀ”

Fatto sta che Stuani in Italia non ha ingranato: 21 presenze e appena un gol in una stagione e mezzo. Ma Foti ammette: “La mia responsabilità è quella di non avergli dato le giuste opportunità per permettergli di fare un percorso importante anche in Italia. Eravamo con una posizione di classifica precaria, non poteva essere Stuani da solo a risolvere i problemi”.

Eppure non fu semplice strapparlo al Danubio: “Trattativa lunga e difficile. Volevano tenerlo ancora un anno in Uruguay per poi cederlo la stagione successiva. Tira e molla, infinito: “Alla fine lo prendemmo per circa 2,5 milioni”. Il Sudamerica terra di conquiste per la Reggina: “Stuani era uno dei più seguiti dai club europei, ma noi in quel periodo giravamo molto in quelle zone”. Carmona dal Cile, Mozart dal Brasile, la Reggina pescava sempre l’uomo giusto.

Ph: Instagram @stuanicristhian

Loro ce l’hanno fatta, Stuani no. Quel ruolo di vice Corradi che ricoprì poco e niente. Tre prestiti in Spagna fino alla cessione definitiva nel 2012: “E’ stato lui a chiedermi di rimanere lì perché si trovava meglio. In Liga era più conosciuto, forse c’era qualche allenatore uruguaiano che l’aveva visto giocare in patria”.

Voleva la Spagna e non si sbagliava. Altro calcio, altre abitudini. In Italia proprio non si trovava, ma mai una parola fuori posto: “E’ un ragazzo eccezionale. Tranquillo e serio. Avevamo un ottimo rapporto, ho conosciuto anche i genitori e la moglie”. Qualcosa però è cambiato rispetto al passato: Col tempo ha assunto grande personalità e sicurezza”. E se le avesse avute già allora: “Sarebbe potuto arrivare ai livelli di Cavani. Difficile oggi levargli il posto nell’Uruguay, Edinson e Suarez sono intoccabili. Nonostante quei due lì davanti, però, Stuani ha giocato 46 partite in nazionale, segnando sei gol.

Ph: Instagram @stuanicristhian

“LO VEDREI BENE DI NUOVO IN ITALIA”

Maturo e sicuro di sé, oggi, a 32 anni, Stuani potrebbe far comodo a diversi club di Serie A: “Lo vedrei bene in una dimensione come quella del Sassuolo. Ma anche alla Fiorentina o alla Sampdoria”.

Il treno Reggina è passato più di dieci anni fa. Era il periodo di capitan Cozza e Ciccio Brienza, c’erano Barillà e Missiroli. Qualche anno dopo sarebbe arrivato anche un giovane Acerbi, oggi punto fermo della Lazio: “Credo che la Reggina abbia dato l’opportunità a tanti ragazzi di farsi apprezzare in Italia”. Uno su tutti? Andrea Pirlo, che alla Reggina ha trovato il suo trampolino di lancio.

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Oggi il club è in Serie C, in quel limbo tra playoff e playout. L’ex presidente sorride pensando al futuro: “Nel mercato di gennaio c’è stata una svolta, ora serve tempo per potersi ritrovare. Ma alla base c’è una società che, rispetto alla gestione precedente, vuole fare il bene del club”.

Nella mente di Foti si intrecciano emozioni e ricordi di un calcio diverso da quello attuale, e con un pizzico di nostalgia ci spiega che di rientrare in questo mondo per ora proprio non ci pensa: “E’ cambiato rispetto al periodo che ho vissuto io, in questo momento preferisco osservare da fuori”.

In attesa dell’occasione giusta. Come quella volta che prese Christian Stuani convinto di aver fatto il colpaccio. Aveva ragione, era solo questione di tempo.