Questo sito contribuisce all'audience di

“Vieni a viaggiare in Puglia”. La vita tutta cibo, mare, gol e Foggia di Alberto Gerbo

Quinta stagione in rossonero, leader del centrocampo, e fiero torinese: ma se sul braccio sinistro ha come tattoo la Mole Antonelliana, il Foggia, ormai, ce l’ha tatuato nel cuore. Pian piano ed in silenzio Alberto Gerbo si è preso il Foggia e i foggiani, trascinato da una passione che insegue sin da piccolo, trasmessa dal papà e condivisa con il fratello Gian Luca in un percorso iniziato insieme nella squadra di città prima di essere presi dal Torino. Una gioia immensa per due come loro che da sempre tifano quei colori: “Sin da quando sono piccolo simpatizzo per il Torino. Spesso andavo allo stadio con i miei amici e quando non avevamo i biglietti scavalcavamo i cancelli”, racconta in esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

 


gerbo_torino.jpeg

 

 

 

Dopo sei anni con la maglia del Toro, ad allontanarlo è solo il fallimento della società che lo porta a 30km di distanza. Per Alberto arriva infatti il primo debutto in Serie D con il Giaveno, che diventa per lui un vero e proprio trampolino di lancio: l’Inter chiama, Alberto risponde ed è così costretto a lasciare casa a soli 17 anni… questa volta qualche km in più, direzione Milano. Entra a far parte sin da subito della formazione Primavera, venendo anche aggregato alla prima squadra sotto la guida di Mancini. E che squadrone era l’Inter con futuri campioni come Balotelli, Destro, Siligardi, Khrin e Belec – che ogni tanto Alberto sente ancora. Riescono anche a vincere il torneo di Viareggio del 2008 e il giovane piemontese ci mette anche del suo, segnando in finale contro l’Empoli. Un’esperienza indimenticabile resa unica dopo la sua convocazione in quella tournée europea con Mourinho, prima di cominciare la sua trafila su e giù per l'Italia, dividendosi tra Serie B e Lega Pro. Dal debutto con l'Ancona all'esperienza col Trieste, il Gubbio e infine anche il Latina per poi approdare in rossonero.

 


gerbo_inter.jpeg

 

 

"Quando sono venuto qui mi sono reso conto della realtà solo vedendo lo stadio. Ci tenevo a conquistare la tifoseria perché è unica. Qui vivi emozioni diverse rispetto ad altre piazze”. Foggia diventa così la sua nuova casa e con grinta e umiltà riesce a conquistare i foggiani in un batter d’occhio! Un po’ foggiano poi lo diventa anche lui, tra abitudini e modi di fare… dal cornetto preso da “Moffa” la domenica mattina, fino al dialetto in cui si cimenta e che utilizza anche nelle didascalie di alcune sue foto su Instagram.


WhatsApp_Image_2018-11-12_at_21.08.01.jpeg

 

 

"Di Foggia amo il calore della gente e la passione per il calcio che si percepisce anche per strada. Non è vero che è una brutta città, magari manca in qualcosina ma vicino ci sono dei posti meravigliosi che appena posso colgo l’occasione per visitare”, Alberto è sempre pronto a difendere Foggia sia sul campo che fuori.

Per la sua determinazione e il suo modo di giocare, i foggiani lo battezzano “Gerbinator”. E' stato tra i protagonisti della promozione del Foggia, e soprattutto di una promessa fatta con alcuni compagni durante l’ultima stagione in Lega Pro: in caso di promozione i rossoneri sarebbero dovuti andare in bici dallo Zaccheria al Santuario di Padre Pio… e così è stato! Con un po’ di ritardo ma la promessa è stata mantenuta da Alberto e Matteo Rubin che, con forza e coraggio, tra andata e ritorno hanno percorso 85 km tutti d’un fiato.

Un sogno che si è avverato dopo una straordinaria annata dei satanelli e che Alberto si tiene stretto, con gli occhi puntati già al prossimo obiettivo: “La mia carriera è stata un po’ frenata da infortuni, qualche scelta sbagliata e occasioni perse. Vorrei raggiungere la Serie A e farlo con la maglia rossonera sarebbe una doppia gioia. Qui c’è un progetto importante, speriamo solo che venga costruito un centro sportivo perché è l’unico passo che manca per fare il salto di qualità”. Di voler andar via da Foggia proprio non se ne parla! È amato dai tifosi, dalla società e dai compagni, con i quali è spesso complice di molti scherzi: “Ne facciamo diversi quando andiamo in trasferta. Un esempio? Eravamo a tavola e abbiamo messo la pellicola sul bicchiere di Rubin, ormai nostra vittima. Altri meglio non raccontarli”, lui se la ride ma ci racconta che proprio con Matteo Rubin e Giuseppe Loiacono è molto legato.

Qualche giorno fa Alberto ha compiuto 29 anni e la nascita della figlia di Giuseppe ha rimandato di qualche giorno i festeggiamenti del suo compleanno che organizzerà questa settimana. Location? Ovviamente pugliese, Trani per l’esattezza, un piccolo gioiello non lontano da Foggia, dove si mangia anche del buon pesce crudo, uno dei piatti preferiti di Alberto. Il primo regalo è arrivato addirittura in anticipo durante Foggia-Brescia quando con un gol pazzesco ha messo la ciliegina sulla torta ad una prestazione eccellente. Il secondo gol in 6 partite, le stesse reti realizzate lo scorso anno ma in 30 presenze. Il numero 25 rossonero di stupire non smette mai, e ogni qual volta Grassadonia lo chiama all’esame lui si fa trovare preparato.

Di esami fuori dal campo però gliene mancano 3, per potersi laureare in scienze motorie a Roma. Determinato in campo e anche sui libri… Alberto del suo futuro è più che certo: “Non vorrei fare l’allenatore, troppo impegnativo. Vorrei diventare agente di calciatori”. Un lavoro che gli permetterà di viaggiare, un’altra delle sue passioni… Cuba, Siviglia, New York e Repubblica Dominicana sono solo gli ultimi viaggi che Alberto ha fatto in quest’ultimo anno, in attesa del prossimo a Marrakesh. Il viaggio più lungo però è quello dalla C alla A che spera di fare con la maglia del suo Foggia… e chissà, magari qualche altra promessa è già in ballo.