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Ferguson: “L’allenamento la chiave del successo, CR7 diverso dagli altri. Il calciatore più importante? Quello che non giocava”

Calcio ma non solo. Storie di vita, modelli di gestione manageriale, etica comportamentale ed esempi da seguire. Incontro interessante quest’oggi al World of Business Forum di Milano, dove si è svolto un evento organizzato dalla WOBI dedicato al management, alla comunicazione e al business. Oltre 2000 le persone giunte da tutte il mondo, ospite d’eccezione è stato Sir Alex Ferguson, che parlando del concetto di ‘Team of Work‘ ha presentato il suo ultimo libro (al termine dell’evento centinaia di persone in fila per farsi firmare la propria copia).

Diversi gli argomenti trattati dall’ex manager del Manchester United, dal rapporto con la famiglia alle grandi vittorie, partendo dai valori che hanno da sempre caratterizzato il suo lavoro: “L’etica del lavoro e l’impegno hanno sempre fatto parte del mio modo di essere – ha detto Ferguson -, sono sempre stato consapevole di avere delle grosse responsabilità, come ogni manager: io ero responsabile di calciatori, tifosi e famiglie. Il mio obiettivo? Per me è sempre stato importante cercare di trasmettere la cultura del miglioramento in una squadra, perchè il successo arriva soltanto con preparazione, formazione e allenamento, anche mentale. Per questo nella mia carriera ho imparato a delegare selezionando un team formato di persone valide che nelle difficoltà dimostravano di non arrendersi”.

Successi tantissimi negli anni del Manchester United, Sir Alex ricorda la vittoria in Champions League nel 1999, arrivata in rimonta nei minuti di recupero in un match contro il Bayern Monaco diventato poi leggendario: “Quella finale di Champions non la vincemmo per fortuna, ma soltanto perchè avevamo l’attitudine a vincere. Ho sempre pensato che non si gestisce una squadra con la paura, il mio lavoro era quello di esaltare le attitudini positive restando sempre fedele e leale con tutti, anche e soprattutto quando le cose non vanno bene. Il segreto del successo? L’allenamento è la chiave di tutto. I grandi campioni si fermavano ad allenarsi anche al termine delle sedute e la nostra quotidianità, anche in allenamento, era caratterizzata da intensità, velocità e concentrazione. Il giocatore più importante nella mia squadra? Era quello che non giocava ma era sempre pronto a farlo, quando si vince la vittoria è sempre di tutta la squadra”. E in chiusura anche una battuta su Cristiano Ronaldo, lanciato nell’Olimpo dei grandi, e su un modello da seguire: “Ho parlato ieri con Cristiano, l’ho sentito dopo la firma sul suo nuovo contratto per fargli i complimenti – ha concluso Ferguson -. L’ho sempre considerato una persona ed un calciatore speciale ed ho capito fin dal primo istante che lui era diverso da tutti gli altri. Il leader che più mi ha colpito? Nelson Mandela, un uomo incredibile”.