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L’Everton di Ancelotti fa sul serio: i numeri di un avvio storico

Dove possono arrivare i Toffees?

"I tifosi dell'Everton sono felici o no se il Manchester City perde punti?". Lo scrive Jamie Carragher su Twitter, dopo la quarta vittoria su quattro in Premier League dei Toffees: tenendo presente che quel Jamie Carragher – ora opinionista – è stato una bandiera del Liverpool viene quasi naturale pensare a una di quelle che nel gergo social si chiamerebbero "trollate". Ma è più complessa di così: Carragher da ragazzo è stato tifoso dell'Everton e ha mantenuto la sua fede anche durante i primi anni da giocatore del Liverpool. Salvo poi "percorrere simbolicamente quei pochi metri lungo Stanley Park da Goodison ad Anfield" e passare dal blu a rosso. La 5^ giornata di Premier League ha in calendario proprio il derby della Merseyside ed entrambe le squadre potrebbero arrivarci a punteggio pieno. Una lo è già, l'altra potrebbe esserlo stasera, se batterà l'Aston Villa. Insomma, tra le righe: l'Everton è da titolo? Una provocazione, prima di snocciolare un bel po' di numeri sull'avvio monstre di Ancelotti.

Gli highlights di Everton-Brighton:

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L’anno scorso, per fare 13 punti, l’Everton ci aveva messo 15 partite, prima che Silva fosse esonerato. Quest’anno ha vinto le prime quattro partite di Premier League e le tre di Coppa di Lega: fanno sette, come non accadeva da… più di un secolo. L’ultima volta era successo nel 1894/95, un altro mondo. Restringendo il campo solo al campionato, è invece la settima volta che i Toffees vincono le prime quattro partite in fila: sei di queste sette volte, sono stati campioni d’Inghilterra. Ancelotti sa come si fa: quella di ieri è stata la sua centesima partita in Premier, campionato vinto con il Chelsea 10 anni fa, e la sua sessantesima vittoria. Finora può contare su un Calvert-Lewin mai così prolifico: “Ha segnato l’Everton. Chi ha fatto gol? Lo sai chi”. Nove gol in tutte le competizioni, nessuno come lui nei maggiori campionati europei. L’attaccante inglese classe ’97 è anche il primo giocatore nella storia dell’Everton a segnare in tutte le prime quattro partite di campionato e – dall’inizio della scorsa stagione – quello che ha segnato più gol di testa in Premier League: 7.


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Basta perché l’Everton sia da titolo? Naturalmente no. In un campionato la costanza è più importante dello sprint e se le contendenti si chiamano – solo per citarne due – Liverpool e Manchester City – il primo che non vorrà sentire certi discorsi sarà proprio Ancelotti. Che però, adesso, ha una squadra “sua”, modellata per il suo calcio. Una scultura dove la piega michelangiolesca della veste non può che essere James Rodriguez. L’eco del “che cosa sarebbe successo se” risuona forse ancora nelle teste dei tifosi del Napoli al pensiero del colombiano allenato da Carletto a Castel Volturno. Colpa dell’impatto dell’ex Real con i Toffees, coinvolto in 12 dei gol segnati in campionato dall’Everton considerando reti (2), assist (5) e passaggi-chiave (5): nell’ultima stagione a Madrid, in 14 partite aveva segnato soltanto un gol (più due assist). Senza dimenticare l’altra fonte di qualità, l’islandese Gylfi Sigurdsson e “la” quantità di Doucouré: la partita è finita da quasi un giorno e a Goodison Park si chiedono se stia ancora correndo. Verso la Premier? Non ditelo al sopracciglio di Carlo "fantastico".

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