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Entusiasmo Trapani, la rivincita di Calori: tra grandi numeri e un Corona(do)… versione Re

Corona(do) da Re! E’ stato lui il protagonista dei sogni dei tifosi del Trapani in una nottata ricca di emozioni. Nel 3-1 in casa del Benevento, due reti portano la sua firma, con tanto di assist infiocchettato a Curiale per chiudere il match: e che dire, se in un’occasione simile si ha anche il tempo di essere romantici, dedicando la prima rete alla giovane moglie….

Ieri sera Igor sembrava Messi”: parola di Luca Nizzetto, poco dopo il fischio finale. Fermarlo, dopotutto, è risultato piuttosto difficile per il Benevento, se non impossibile: non e decimo sigillo stagionale per tenere viva la speranza salvezza. Ma sono i numeri del Trapani a far girare la testa: nelle ultime undici partite 21 gol realizzati (più della Spal), 13 reti subite e totale di punti realizzati nell’intero girone di andata già superato, con cinque vittorie, quattro pareggi e due sconfitte. E gli ultimi due successi, a suon di gol, sono arrivati contro due forze come il Bari ed il Benevento: 32 punti in classifica e Pisa e Ternana alle spalle. Quando si dice “carta canta”. E allora che si fa?

Tra i tifosi granata è rinato l’entusiasmo, esattamente come nella passata stagione, nonostante due obiettivi più che differenti: promozione e salvezza, senza presunzione di eleggere quello più importante. Lacrime di gioia, discorsi monotematici in ogni angolo della città, qualche bandiera riappare sui balconi. Una corsa verso la salvezza ormai concreta, una squadra che fa sognare a suon di umiltà e duro lavoro, rimanendo con i piedi per terra. E il suo condottiero, Alessandro Calori, è fatto così: “attenzione personale” per citare Jerry Maguire nell’omonimo film. Gli allenamenti si fanno intensi, così come gli sguardi, ma contano gli Uomini e i loro valori. La rivincita del Trapani, sì, ma anche la Sua rivincita: indipendentemente da ciò che reciterà la classifica a fine maggio, il popolo trapanese deve lui molto. Così come al suo silenzio, ai suoi modi pacati, al suo sorriso da persona perbene. Ha ridato forma alla speranza, traducendosi nei gol di Manconi e Jallow, nelle parate di Pigliacelli, nel robusto centrocampo. L’uomo giusto al momento giusto. Gli abbracci a fine partita sono di quelli stretti, da togliere il respiro, e lui stringe per non mollare quella che lui stesso ha definito “una missione fantastica”. E lo stringono proprio tutti, anche chi è abituato a scaldare la panchina. Giocatori che ritrovano la loro dimensione, ritornati ad amare il dover rincorrere un pallone. Una tifoseria che si stringe attorno alla squadra. Tutti insieme, trattenendo il respiro: una partita per volta, un sogno per volta, fino alla fine e senza rimpianti.