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“Entro un anno visiterò tutti gli stadi di Regno Unito e Irlanda”. Passione Premier…

Avanti, la porta è aperta. Ci scrive un lettore e noi lo accogliamo volentieri. “Ho visitato cento stadi inglesi e l’obiettivo è arrivare a 300… può interessare?”. Ivan Ambrosio ci ha contattato con la voglia di raccontare al mondo il suo progetto e la sua passione per la Premier. Stare a casa a vedere il “teatro dei sogni”, l’Old Trafford, o l’affascinante Craven Cottage, non gli bastava più. Ivan è andato oltre, e così  un giorno… Zaino in spalla e via. Si parte, destinazione Londra.  “Tutto è nato dalla mia passione per il Regno Unito e per il calcio britannico. Già da bambino ero affascinato da questa splendida terra. Appena fatti 18 anni non ho avuto dubbi: Londra: biglietto di sola andata. L’avventura durò 40 giorni durante i quali sono riuscito a visitare i primi stadi: Stamford BridgeUpton Park e l’Emirates. Sensazioni bellissime: è nato tutto così”.


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Giusto il tempo di riordinare le idee e parte la seconda tappa:”Bowness-on-Windermere, Lake District, nord ovest dell’Inghilterra. La scusa? Lavorare e imparare l’inglese, ma in realtà sono anche arrivato a circa 100 stadi. Da Edimburgo e Glasgow fino a Birmingham li ho visti tutti, mi manca giusto il St James’ Park e pochi altri. Della Premier mi manca solo il Liberty Stadium di Swansea. Adesso sono tornato per qualche settimana in Italia per organizzarmi e aprire la pagina facebook(link sotto) dedicata al mio progetto. Tra venti-venticinque giorni ripartirò per finire gli stadi del nord Inghilterra e della Scozia che mi mancano. Poi passerò a quelli di Londra e del Galles, ma sono a buon punto. Infine l’estate prossima, approfittando dell’allungarsi delle giornate, mi farò un tour di due settimane in macchina , per visitare i circa 50 stadi dell’Irlanda e dell’Irlanda del Nord”.


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Obiettivo? “Visitarli tutti nel giro di un anno, un anno e mezzo e scrivere un libro. Non dovrà essere solo una guida, ma un invito a tutti a rischiare per cercare di coltivare i propri sogni e non fermarsi ai primi ostacoli. Sono andato lì senza nulla, senza appoggi, e ce la sto facendo da solo. Sto vivendo il sogno che avevo fin da ragazzino, visitare quegli splendidi teatri di calcio che potevo vedere solo in tv. Craven Cottage per fascino e tradizione è forse il mio preferito. Ti sembra di tornare indietro nel tempo, ci sono seggiolini fatti ancora di legno, originali. Tutto è rimasto così, da 120 anni. Se poi assiti alla partita dalla curva c’è uno scorcio del Tamigi sullo sfondo. Meraviglioso. Se la gioca con il City Ground di Nottingham: ti mette i brividi solo pensare alla storia del club, alle due Coppe Campioni vinte da Brian Clough. Chissà se tra qualche anno ci saranno ancora o se faranno la fine di Upton Park. Nel mentre che te li elenco mi viene un nodo alla gola dall’emozione, pensa come sono messo”.


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A Millwall i brividi di cosa erano? “(ride) di paura! Appena scesi nella stazione cominci ad addentrarti per delle zone abbandonate dove non sai chi puoi trovare dopo ogni passo. E’ una zona ad alto tasso di criminalità, provi delle sensazioni indescrivibili. La suggestione fa il resto. Ma il The Den merita”. Ti ho visto vicino a Sir Alex Ferguson, vi conoscete? “(ride di nuovo) No, magari. Non dimenticherò mai quel giorno. Pur di vedere Manchester United-Ipswich passai la notte in aeroporto: i treni per Windermere ripartivano il giorno dopo. Pagai il biglietto 68 sterline, per un match di Coppa di Lega inglese!”. Qualcosa mi fa capire che li hai spesi bene: “Mi ritrovai in tribuna centrale, a pochi passi dalle panchine e dalla tribunetta con le leggende del Manchester. Durante l’intervallo mi avvicinai alle panchine a caccia di autografi. A un certo punto mi voltai e vidi a pochi metri da me Ferguson: rimasi immobile per qualche secondo. Poi presi coraggio e mi avvicinai per chiedergli una foto. Giusto il tempo di ritornare ai nostri posti e mi accorsi che la foto che aspettavo da una vita non era venuta bene: una ragazza si mise tra me e Ferguson al momento dello scatto”.


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Poi però è uscita… : ” Guardai tutto il secondo tempo con il magone. Allora decisi di affrontare steward e imbarazzo e mi ripresentai di nuovo da lui. Mentre facevo la foto la braccia e le gambe mi tremavano per l’emozione e il pericolo scampato. Questa foto immortala uno dei momenti più belli della mia vita”. Una volta raggiunto l’obiettivo che farai? “L’allenatore! Scherzo… ma neanche tanto. Ho fatto anche il corso e collaborato con una squadra di Eccellenza, ma ho 22 anni: non c’è fretta. Quanto agli stadi, una volta che li avrò visitati tutti farò un libro. Oltre alla mia esperienza racconterò quella di un mio amico, che ha visitato molti di questi stadi circa 35 anni. Mi passerà il suo materiale e così potrò fare un parallelo tra foto, stadi, emozioni di 35 anni fa e quelle di oggi. Tutto materiale originale, non preso da internet. Penso che verrà fuori qualcosa di unico. Poi, chissà… Dall’Argentina ci sono tanti ragazzi che mi seguono con passione: potrei espandere i miei orizzonti…”.

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