Dietro le Quinte del Calcio – La FIFPro e il sistema dei trasferimenti dei calciatori
La Federazione Internazionale dei Calciatori Professionisti, meglio nota con la sigla FIFPro, che rappresenta tutti i calciatori del mondo, nasce negli anni sessanta per volontà delle associazioni dei calciatori più importanti d’Europa con lo scopo di mettersi in comune nel tentativo di salvaguardare gli interessi dei loro associati, allora completamente in balia dei dirigenti delle società di calcio.
Nel 1966, poco prima del mondiale inglese, si tenne il primo congresso nel corso del quale fu approvato lo statuto e si definirono scopi e finalità dell’associazione. Solo dopo la famosa sentenza Bosman del 1995 l’Associazione è stata accettata dall’UEFA e dalla FIFA come rappresentante dei calciatori e dopo il 1998 anche la Commissione Europea l’ha riconosciuto ufficialmente.
Il problema sollevato dalla FIFPro davanti alla Commissione Europea riguarda alcuni aspetti contenuti nel sistema di trasferimento dei calciatori approvato dalla Fifa nel 2001 e fatto proprio dalla stessa Commissione. Secondo la FIFPro, il vero problema è quello della distribuzione delle risorse. Prendendo in esame i dati contenuti in uno studio della FIFA che ha considerato i dati dal 2011, appaiono evidenti tutta una serie di differenze.
Solo nel 2015 ci sono stati trasferimenti per la cifra record di 3,8 miliardi di euro. Di questi, 238 milioni sono andati come percentuale agli agenti, mentre ai club soltanto 20,7 milioni come compenso per aver allenato i giocatori fino a 21 anni. Di fatto, la sentenza Bosman, liberalizzando il mercato, ha creato un gruppo di squadre superstar sempre più ricche e, dall’altra parte, una massa di salariati a basso prezzo. Lo stipendio medio nell’Europa occidentale è 65mila euro l’anno: ma la media, appunto, va fatta con i 10 milioni e passa di Messi, Cristiano Ronaldo, eccetera.
La maggior parte delle spese di trasferimento sono state scambiate dai più grandi club in cinque campionati d’Europa, secondo il rapporto di FIFA TMS. Le spese di trasferimento sono state scambiate tra le squadre più importanti del calcio e hanno consentito solo a pochi agenti di incamerare una grossa quantità di denaro mentre alle squadre più piccole è arrivata soltanto una piccolissima parte di queste cifre. Questo ha creato una scarsa motivazione per cercare di modernizzare il calcio.
Non bisogna dimenticare che gli scopi che la FIFA, dopo l’accordo firmato con la FIFPro nel 2001, recepito dalla Commissione Europea, si proponeva proprio di rendere il rapporto fra le varie parti equo, trasparente e funzionante nel più ampio interesse del gioco, ma nel rispetto dei Trattati e delle leggi sul lavoro.
Con questa iniziativa si tende, grazie alla possibile pressione esercita dalla Commissione Europea, a un nuovo accordo tra Calciatori e Fifa in cui siano riconosciute e garantite, attraverso una forma di contratto collettivo, i principi di un nuovo sistema di trasferimento, condizioni economiche minime e il diritto a svincolarsi immediatamente nel caso in cui le società non paghino gli stipendi pattuiti.
Molte aspettative sono anche riposte nel neo presidente della Fifa Infantino che, in più di un’occasione, ha espresso la volontà di disciplinare in modo più razionale ed equo questo sistema che appare chiaramente poco a favore dei protagonisti del gioco, cioè i calciatori.