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​#derbydellalanterna, l’attesa è quasi finita. Tra numeri, sensazioni e ricordi: la lunga vigilia (insonne) di Genoa-Sampdoria

Da levante a ponente, passando per il centro di una città che a poco più di tre mesi dalla tragedia di Ponte Morandi ha voglia di ripartire e (ancora) di fare festa. L’attesa è (quasi) finita. Venti ore e mezza, qualche minuto in meno. Poi le luci del Ferraris si accenderanno sulla partita più importante dell’anno, quella che può valere un’intera stagione: Genoa-Sampdoria. “Un incontro che pesa, con un’altissima posta in palio. – il Giampaolo pensiero da Bogliasco – Una battaglia che può avere profonde implicazioni sul futuro. E’ una gara diversa, lo sappiamo, ma sarebbe importante affrontarla come una partita normale. Il derby non va subito, va giocato. – Senza cambiare atteggiamento – La chiave per il successo? Non snaturarsi. Una volta l’abbiamo messa sul fisico e abbiamo pareggiato, nelle altre tre abbiamo suonato la nostra musica e sono arrivate altrettante vittorie. Non voglio che la squadra cambi modo di giocare perché di fronte c’è il Genoa. L’agonismo fa parte di una partita, ma guai ad eccedere. I nostri principi di gioco valgono di più”.

“Quello che domani scenderà in campo è un grande gruppo, di gente che va forte e sono convinto che farà una grande partita: – la risposta dal Signorini di Pegli di Ivan Juric – arriviamo bene a questa gara, poi il derby è una partita a sé e lo sappiamo. Io la vedo come una grande occasione: sono positivo, credo che potrebbe essere una bella giornata”. Opportunità, da una parte e dall’altra, per scacciare via le nuvole dopo i rispettivi ko consecutivi (Milan, Inter e Napoli per il Genoa. Milan, Torino e Roma la Sampdoria). Per il pirata rossoblù la possibilità, anche, di riscattare i due ko contro i blucerchiati sulla panchina del Grifone: tre vittorie e un pareggio lo score di Giampaolo nelle stracittadine, chiamato dai suoi tifosi a non interrompere la striscia positiva. Questione di numeri, ma non solo. Perché a scendere in campo domani all’ombra della Lanterna sarà anche e soprattutto il cuore degli oltre trentamila tifosi pronti a spingere Marassi verso il (quasi) tutto esaurito, regalando lo spettacolo al quale Genova ha ormai abituato. Quest’anno ancora più speciale, nel ricordo delle 43 vittime del crollo del ponte, segnale di una città che vuole rialzarsi ancora una volta.

Anche attraverso i tifosi di Genoa e Sampdoria. Quegli stessi tifosi che in questi minuti stanno cercando (invano) di chiudere occhio, svegliarsi il più tardi possibile e ridurre così al minimo l’attesa che li separa dal fischio d’inizio. Tra pronostici, cabale e gli immancabili sfottò: la parte più bella di una sfida lunga oltre settant’anni. Come finirà? “Vince chi rimane se stesso” apre Giampaolo. “È una gara senza pronostico” chiude Juric. E allora? Tutti a nanna (per chi ci riesce), e domani parola al campo. Quello del Ferraris, che accenderà le sue luci sull’ennesimo Derby della Lanterna. Che a pensarci bene quasi quasi è meglio aspettare a dormire, e godersela ancora un po’ quest’attesa: che è vero toglie il sonno, ma emoziona e regala sensazioni che solo chi è cresciuto a pesto e focaccia può capire. Buona notte (insonne) allora, e buon derby.