A 33 anni dal Derby al City. Chi è Scott Carson, nuovo terzo portiere di Pep
Cancelo dalla Juventus, Rodri dall'Atletico Madrid, Steffen dai Columbus Crew, Angelino dal PSV e Scott Carson dal Derby County.
Ufficiale oggi, quest'ultimo, nel Deadline Day del calciomercato inglese. Il trasferimento last-minute che (probabilmente) non ti aspetti. E infatti nemmeno lui poteva immaginare una vigilia di Premier League così. "E' un onore per me, qualcosa che non mi sarei minimamente aspettato. Ma è una di quelle occasioni che, quando capitano, non puoi rifiutare". Ci mancherebbe.
Scott Carson compirà 34 anni a settembre, ha cambiato 9 maglie in carriera ed ora la prossima stagione vestirà la decima, quella del Manchester City. E' arrivato in prestito, per un anno, e nei commenti più 'pepati' i tifosi del City si chiedono se effettivamente scenderà mai in campo, oppure se trascorrerà la stagione in panchina, visto il ruolo di terzo portiere dopo Ederson e Bravo.
Allenato da oltre 21 manager in carriera ed ora è il turno di Pep Guardiola che però non era nella classica foto insieme a lui al momento della firma. Al suo posto c'era Txiki Begiristain che ha parlato dell'esperienza a livello di spogliatoio che può portare un giocatore come Carson. "Non si capisce chi sia il più anziano nella foto", altro commento come una frecciata al nuovo innesto della squadra che ha un'età media di 26,7 anni.
Carson comunque nel palmarès vanta una Coppa d'Inghilterra nel 2006 e una Champions League alzata nel 2005, nella notte di Istanbul contro il Milan. Sì, la Coppa l'ha baciata anche lui, con la maglia del Liverpool. Ai Reds arrivò dal Leeds e mai avrebbe immaginato una notte simile. La trascorse in panchina e nemmeno doveva essere lì. Tutto per l'infortunio di Chris Kirkland. Lui in tribuna, Carson in panchina.
Ma quando riguarda quella medaglia d'oro il sorriso è agrodolce. "Ho provato a dare la mia medaglia a Chris. Ha giocato più di me nella fase a gironi allora, infatti la meritava lui più di me. Chris però è davvero un bravo ragazzo e mi ha risposto: 'No, c'eri tu in panchina, hai comunque fatto il tuo'.
Quando ci ripenso mi dico comunque che è un onore averla ricevuta ma avrebbe avuto sicuramente un valore diverso se avessi giocato di più".
In quella stagione Carson aveva 19 anni e scese in campo nei quarti di finale contro la Juventus (2-1 per i Reds). "Per i bianconeri in porta c'era Buffon. Mi ricordo che ero emozionato anche solo a stare accanto a lui nel tunnel prima di entrare in campo. Alla fine ho avuto la sua maglia, era uno dei miei eroi. Poi in campo c'erano anche Ibrahimovic, Del Piero, Nedved… Sembrava di essere in un videogioco, surreale per me".
Poi però la panchina gli è iniziata ad andare stretta e spesso ricorda dei (tanti) giorni che andava da Benitez e bussava alla porta del suo ufficio per chiedere di andare in prestito in qualche altra squadra per poter giocare. Presto accontentato, da lì i trasferimenti allo Sheffield Wednesday, al Charlton, all'Aston Villa e poi la cessione al West Brom nel 2008. Tre anni lì, poi il ruolo di secondo portiere e la voglia di cambiare di nuovo. Destinazione Bursaspor.
Non fu facile convincere la moglie Amy ma alla fine l'esperienza in Turchia non se la negò. "Lì la migliore atmosfera in cui abbia mai giocato". I tifosi, gli stadi pieni e rumorosi. Calorosi, talvolta al limite del legale. Un giorno mentre era in campo si girò e al limite della sua area piccola vide a terra un coltellino svizzero. "La prima cosa che pensai fu: 'Oddio, pensa se mi avesse colpito'. Non era aperto, ma mi avrebbe comunque steso". All'intervallo andò a consegnarlo ad un membro dello staff tecnico della squadra avversaria e Carson si stupì per i ringraziamenti ricevuti. "Che ho fatto?", chiese. "Se avessi dato quel coltellino all'arbitro avrebbe squalificato la curva per almeno due turni". Colpito (dai 'grazie'), stupito anche, ma è questa la Turchia che ha conosciuto.
Dal 2013 è tornato in Inghilterra, prima al Wigan poi al Derby. La scorsa stagione ha giocato 27 gare consecutive sempre da titolare, poi è ritornato l'incubo della panchina. E ora? Come definire l'avventura che sta per iniziare al City da terza scelta dietro due numeri uno come Ederson e Bravo?
Forse anche Carson se lo starà chiedendo. Probabilmente alla corte di Pep la panchina sarà un po' più dolce anche per lui che non l'ha mai amata e che comunque è sempre andato avanti con il consiglio della madre, custodito come un mantra: "Devi prendere il meglio anche dal peggio".
Un sorriso e un pensiero al fatto che forse la panchina non è poi così male se sei al Manchester City.