“Amore per Cagliari e rispetto”: Conti racconta il vivaio rossoblù
In genere sa sognare davvero solo chi ha imparato a combattere, partendo dal basso. E così dalla promozione attraverso i playoff della passata stagione, adesso la primavera del Cagliari è a un passo dal giocare quelli che valgono lo scudetto di categoria. Quattro giornate alla fine del campionato, i rossoblù sono settimi a pari punti col Chievo e al tabellone accedono solo le prime sei. I veneti peraltro hanno un calendario leggermente più favorevole, considerando la classifica. Ma non sarebbe il sesto posto la cosa più importante. “Ciò che teniamo più a cuore – ha spiegato Daniele Conti, responsabile dell’area tecnica, a gianlucadimarzio.com – è il miglioramento dei nostri giovani calciatori, è l’aspetto primario. Per questo devo complimentarmi con tutti coloro che lavorano con questi ragazzi, perché si sta facendo un grande lavoro e i frutti ora si vedono”. Un’annata, dunque, più che positiva. E che potrebbe diventare fantastica: “Ci volevamo salvare il prima possibile, ora stiamo andando oltre qualsiasi aspettativa e sarebbe un sogno centrare i playoff”.
Dietro i risultati positivi della primavera, un ruolo fondamentale ce l’ha Max Canzi, l’allenatore. Appassionato di cucina, ex calciatore tra i dilettanti, ex animatore. Il Cagliari gli ha affidato l’incarico nel 2015, e ogni anno si conferma con ottimi risultati. “La sua passione è evidente. È il primo a mettere piede qui al mattino e l’ultimo ad andar via la sera, ogni giorno. Ha tante qualità che sta impiegando per la squadra” ha proseguito Conti. Daniele è romano, Max è milanese. Eppure, entrambi sono stati rapiti dalla Sardegna: “Qui si sta davvero bene, la qualità della vita è altissima. Penso sia impossibile andar via, lo stesso Agostini (fiorentino, anche lui nell’area tecnica del Cagliari come vice allenatore della primavera, ndr) non è riuscito più a tornare nella sua città natale. Questo è un posto troppo difficile da lasciare”.
La validità di un progetto di crescita del vivaio si riflette nei talenti che lancia ai gradi più alti del calcio italiano. Il caso del Cagliari non va ricondotto soltanto a Nicolò Barella, che ne è l’esempio più limpido e recente. Murru, Deiola, Sau e Vigorito sono gli altri calciatori che giocano in Serie A e si sono formati nelle giovanili sarde. Che già hanno fatto intravedere i nomi di domani, Doratiotto e Verde, esordienti nella partita con la Sampdoria dello scorso febbraio: “Sono due ragazzi che sono cresciuti tanto, oltre a loro ce ne sono molti altri. Non amo fare i nomi dei singoli, ma tanti ragazzi su cui avevamo dei dubbi sono cresciuti in un modo impressionante. Il loro debutto, ad ogni modo, ci gratifica”. Tra i giovani da tener d’occhio potrebbe esserci anche Bruno Conti, il figlio di Daniele. “Non voglio parlare dei miei figli, anche perché sarei di parte. Sogno una gran carriera per loro come qualsiasi altro genitore ma questo dipenderà dal carattere e dalla bravura: nel calcio si arriva in alto solo con determinate qualità”.
La scelta di circondarsi di figure che, oltre ad aver giocato per anni, sanno cosa vuol dire rappresentare Cagliari e i suoi colori, è una strategia precisa della società, che tra i valori fondanti da trasmettere ai calciatori vuole che ci sia anche un forte senso d’appartenenza. In questo senso, nessuno potrebbe riuscirci meglio di Conti. “Aver giocato 16 anni qui, così come Agostini che ne ha passati 8, fa sì che ogni gesto e ogni scelta che venga presa per questa squadra è fatto con amore. Ed è tutta un’altra cosa, perché noi siamo veramente legati a questa società e a Cagliari come città. È diverso. Poi vogliamo che i ragazzi rispettino le regole e capiscano l’importanza del rispetto” ha spiegato. Nel ritiro estivo, ad esempio, Canzi ha raccontato che i ragazzi sono divisi in tre gruppi di lavoro con specifiche mansioni: responsabilità del materiale sportivo, pulizia degli spogliatoi e ordine delle camere. Componenti ritenute fondamentali all’interno di un percorso formativo.
Quattro anni fa, Daniele Conti lasciava il calcio giocato. E probabilmente non immaginava ancora cosa gli avrebbe riservato la vita da dirigente: “Adesso posso dirlo, è molto più difficile il ruolo che ricopro ora (ride, ndr). Giocare, fare gruppo e vivere lo spogliatoio sono momenti meravigliosi. Ciò che faccio ora mi responsabilizza molto e fortunatamente sono molto a contatto col campo. Sono grato alla società per questa opportunità”. L’obiettivo di una veloce salvezza è stato raggiunto anche dalla prima squadra. “È stato fatto un bel campionato, ma ci sono ancora grandi margini di miglioramento in un futuro prossimo. C’è molta fiducia in Maran, la scelta dei ragazzi da far esordire è riservata solo a lui e al suo staff. Noi ci impegniamo sempre affinché i giovani arrivino pronti” ha concluso Conti, nelle cui mani c’è tanto della fortuna del Cagliari che verrà.