Dall’Arsenal alla Lega Pro sognando la Serie A: la parabola di Renny Smith
Dall’Inghilterra a Mantova sulle orme di Shakespeare e
Dickens, accantonando la letteratura per concentrarsi esclusivamente sul
calcio. Sognando il giusto trampolino di lancio. Perché è questo l’obiettivo di
Renny Smith: lui, cresciuto tra l’Academy del Chelsea e dell’Arsenal,
ritrovatosi quasi senza accorgersene a doversi sudare una maglia in Lega Pro.
Strana a volte la vita di un calciatore. E pensare che giusto qualche anno
prima i Gunners per acquistarlo dal Chelsea sconfissero addirittura la
concorrenza spietata di Man City e Liverpool, permettendogli di vestire la
maglia della squadra per cui fa il tifo fin da bambino. Un percorso nelle
giovanili fino alla squadra riserve culminato con la possibilità di allenarsi
regolarmente coi grandi, tra i consigli di Wenger e di capitan Vermaelen,
diventato fin da subito un punto di riferimento. Senza dimenticare la Nazionale
Under 21 austriaca, grazie alle origini del nonno.
Poi però giunsero le prime
difficoltà nel momento di affrontare il salto dalle giovanili alla prima
squadra, per diventare grandi. Troppo spietata la concorrenza all’Arsenal,
meglio guardarsi attorno in cerca di spazio e considerazione. Prima Burnley,
poi Göteborg ma il salto di qualità stentò a palesarsi. Sul ragazzo piombò
allora Giuntoli, ai tempi ds del Carpi, che intravide in Smith qualità
importanti, tanto da concedergli un provino nel Carpi di Castori lanciato verso
la Serie A. Quel centrocampista classe ’96 alto ben 1,87 ma ambidestro e dotato
di grande tecnica che chi conosce definisce simile a Parolo, sembrava proprio far
al caso loro: bastarono infatti due allenamenti per convincere la società
emiliana ad offrirgli un contratto ritenuto però dal ragazzo e dal suo agente
eccessivamente al ribasso. Fumata nera. Alla corsa a Smith si inserì a quel
punto anche il Genoa ma a tesserarlo ci pensò il Vicenza, dove tuttavia non
riuscì mai a lasciare il segno. Prima Lerda ed in seguito Bisoli non furono
convinti del ragazzo: troppo acerbo tatticamente. Solamente due le presenze coi
biancorossi: troppo poche per permettere a Smith di trovare la continuità
sperata.
L’avventura italiana sembrava così esser giunta al capolinea ancora
prima di iniziare, senza però aver fatto i conti con le sliding doors dell’ultimo
giorno del mercato invernale, quando il Mantova decise di puntare sul ragazzo credendoci
e portandolo in Lombardia in prestito secco. Dove è riuscito a ritagliarsi fin da subito lo
spazio desiderato: già un gol ed un assist in quattro partite. Abbastanza per attirare nuovamente su di sé i radar degli ammiratori di un tempo, soprattutto di quel Giuntoli che
monitora costantemente le sue prestazioni ed i suoi miglioramenti. Sperando di diventare, sulle orme di Shakespeare e Dickens, l’ennesimo inglese capace
di lasciare il segno a Mantova.