Dalla Juve di Zidane, Deschamps e Conte, a quella di Marchisio e Chiellini. Secco: “Vi racconto i miei anni bianconeri”
Cinque, come i campionati consecutivi che vedono la Juventus in testa. Arriverà il quinto scudetto? A Napoli fanno gli scongiuri, ma i bianconeri sembrano avere un’arma in più, quella mentalità vincente costruita negli anni che ai partenopei ancora manca. Tutto è partito dal 2006, quando la retrocessione in B costrinse i torinesi a ricostruire dalle fondamenta, puntando su alcuni giovani che adesso sono pilastri della squadra, come Chiellini e Marchisio. L’incaricato di questa rifondazione fu Alessio Secco, che GianlucaDiMarzio.com ha contattato in occasione dei cinque anni di attività del sito. Cinque per tre quindici, esattamente gli anni di militanza bianconera per il dirigente torinese. Inizi come addetto stampa e team manager, nella Juve di Marcello Lippi, quella che vinceva tutto: “E’ una storia talmente lunga ed emozionante che fare un sunto in pochi minuti non è assolutamente facile. Posso sicuramente citare il bel rapporto che si era instaurato con un fuoriclasse in campo e una grandissima persona come Zidane. Ho avuto la fortuna di crescere umanamente e professionalmente circondato da grandi campioni e uomini eccezionali come Deschamps, Conte, Peruzzi. Una cavalcata lunga, ricca di successi e di ricordi indimenticabili. E’ un periodo della mia carriera che va considerato in maniera globale”
La Juventus vincerà il quinto scudetto? “Secondo me sì e arriverà a mio giudizio in maniera sorprendente. La Juventus quest’anno è stata capace di una prova di forza incredibile. Io all’inizio dell’anno, come la maggior parte degli italiani, ero molto scettico sulle possibilità dei bianconeri di portarsi di nuovo in testa. Adesso che il primo posto è diventato realtà, devo ammettere che lo hanno raggiunto con grande merito”. Le cinque migliori operazioni da direttore sportivo bianconero? “Anche qui va contestualizzato il discorso perché il 2006 fu l’anno della retrocessione in serie B a cui fece seguito una ricostruzione. Una situazione assolutamente inedita per la Juventus, che poi, per fortuna, non si è più ripetuta. Quella fu l’opportunità, per una questione di budget e di ragioni facilmente comprensibile, di lanciare dei giovani che in una situazione normale difficilmente avrebbero avuto tutto quello spazio in un club come la Juventus. Quindi i colpi sono stati Marchisio, De Ceglie, Giovinco e penso ai tanti ragazzi che ora non fanno più parte del club ma che da lì hanno avuto la grande possibilità di affermarsi giocando in altre squadre. Due nomi su tutti, Raffaele Palladino, che sta facendo molto bene con il Crotone e sta risalendo in serie A e Antonio Mirante, che dopo tanti anni a Parma continua a giocare ad altissimi livelli a Bologna“.
Tra i giocatori presi da altre società ce n’è uno in particolare che l’ha reso orgoglioso? “Fatti questi cinque nomi, un acquisto che a me diede molta soddisfazione fu quello di Sissoko dal Liverpool. Fece due stagioni straordinarie all’inizio, fino a quando non ebbe un grave infortunio al piede che poi lo condizionò nelle prestazioni”. Secco è stato anche a Modena. Di due giorni fa la notizia dell’esonero di Hernan Crespo, scelta giusta? “E’ difficile giudicare dall’esterno. Penso che abbia avuto il sopravvento la paura rispetto alla programmazione e in effetti il Modena è invischiato nella lotta per non retrocedere. Sono passati quasi quattro anni dalla mia esperienza in Emilia, non sono più dentro le questioni societarie. Ho sentito, come tutti, le dichiarazioni della moglie e credo che per valutare bene certe scelte bisogna essere ben informati sui fatti. Quando le cose non vanno bene è più facile esonerare l’allenatore”.
Il futuro di Alessio Secco? “Io ho preso una decisione molto netta, chiara. Ho momentaneamente abbandonato la carriera di dirigente calcistico e sono passato dall’altra parte della barricata. Sono regolarmente iscritto all’elenco dei procuratori sportivi e ho deciso di iniziare questa nuova avventura, con un occhio soprattutto all’estero. Lavoro con Claudio Vigorelli e Nicola Cortese, l’ex presidente del Southampton. Mi occupo soprattutto dell’ufficio inglese”.