Dalla guerra al Bayern, la favola di Davies: “Cercavamo cibo fra i cadaveri”
L’ala canadese classe 2000 è diventato l’acquisto minorenne più costoso della storia del Bayern. 17 anni ma già tante battaglie vinte alle spalle: dalla fuga dalla Liberia da parte della sua famiglia al campo rifugiati in Ghana: “Cercavamo il cibo fra i cadaveri”
Diciassette anni ma già tante cose da raccontare. Fra qualche mese, a novembre, Alphonso Davies ne compirà diciotto e diventerà maggiorenne. Ma, soprattutto, diventerà un nuovo giocare del Bayern Monaco. Già, perché i bavaresi hanno deciso di sborsare per lui la bellezza di 19 milioni di euro, bonus compresi. Una cifra record per un ragazzo minorenne, mai spesa prima d’ora da quelle parti. Un dato che fa sorridere, soprattutto se si considera che il club tedesco nel 2010 decise di tirarsi indietro nella corsa ad un Neymar appena 17enne, spaventato dai 24 milioni richiesti dal Santos. Ma a questo giro no: troppo forte questo ragazzo di quasi 1,80 metri, di ruolo ala, che ama attaccare partendo dalla fascia sinistra.
Insomma, Davies diventerà la cessione più rimunerativa della MLS e l’acquisto minorenne più costoso della storia del Bayern. Due record in più da aggiungere sul suo curriculum, che in passato lo ha già proclamato come il più giovane ad esordire e a segnare con la nazionale canadese, oltre ad essere stato il primo classe 2000 a lasciare la propria firma in una partita internazionale. E’ successo il 7 luglio di un anno fa, quando con una doppietta stese la Guyana francese in una gara di CONCACAF Gol Cup. Emozioni forte, vissute sempre con il sorriso: “Perché io gioco perché lo amo, nessuno mi costringe a farlo” Ama ripetere.
Lo farà anche in Baviera, dove giocherà con compagni: “Che fino ad oggi vedevo solo alla playstation – ha svelato divertito – andare in Germania metterà davvero alla prova i miei limiti”. Difficile, però, che si arrenda. Non lo ha mai fatto Davies, eppure la sua famiglia ne ha passate eccome. A fine anni ’90 la famiglia si vide costretta a fuggire dalla Liberia, la loro terra. Troppo violenta la guerra civile: “Che ci obbligava a camminare e a cercare il cibo fra i cadaveri” Ha raccontato la madre Victoria. Poi l’arrivo in Ghana, in un campo rifugiati dove mancava tutto e dove il piccolo Davies nasce. Più di 1500 chilometri percorsi per rimanere senza cibo e senza vestiti. Infine la richiesta d’asilo al Canada, dove vengono effettivamente accettati nel 2006. Davies ci arriva a 5 anni. Dieci anni dopo ecco la firma del contratto che lo lega al Vancouver Whitecaps, in MLS. Ad oggi già 55 le presenze collezionate: “Il paese nel quale speravamo di salvarci, ora spera in mio figlio per ottenere grandi risultati sportivi – continua mamma Victoria – ad Alphonso ho detto che può lasciarci ora, lui mi ha risposto che non cambierà mai”.
Adesso per Davies c’è da finire la stagione in MLS. L’obiettivo è quello di raggiungere i playoff e di salutare tutti con il sorriso. Come è sempre stato abituato a fare, nonostante tutto. Poi, una volta maggiorenne a novembre, ecco che il Bayern lo accoglierà a braccia aperte nella sessione invernale di calciomercato. Di lì una nuova avventura lunga 5 anni (almeno) per un ragazzo giovane ma che nella vita ne ha già passate di tutti i colori. Senza mai smettere di sognare.