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Dal ritiro con Hamsik alla festa in casa: Luigi Dipasquale alla scoperta del Cerignola dei record

15 gennaio 2005: Serie A, al “Rigamonti” si gioca Brescia-Fiorentina. Minuto 62: sul punteggio di 0-1 per i biancazzurri, Mannini inventa un grande assist per Caracciolo, Lupatelli dice no al bomber lombardo, ma nulla può su Dipasquale che segna il primo gol in A e firma l’1-1. 18 febbraio 2016: stadio di Gravina di Puglia, finale di Coppa Promozione. Un gol di Dipasquale regala l’1-0 sul Fasano e il titolo all’Audace Cerignola. Passano gli anni, ma l’entusiasmo della punta classe 1980, tornata nella sua città natale dopo anni in giro per i campi del calcio pro, è immutato. Anzi, in crescita, assicura lui a Gianlucadimarzio.com: “Me lo avevano sempre detto: segnare per la propria città è diverso. Giovedì scorso, dopo il gol-vittoria in finale di Coppa Promozione contro il Fasano (vinta per 1-0, ndr), sono letteralmente impazzito: d’altronde, vedere 3000 persone che ti seguono in trasferta è qualcosa di pazzesco”.

Dipasquale guida una squadra che non conosce sconfitta da oltre due anni e domenica si è assicurata la vittoria del girone A di Promozione, con sette turni di anticipo, grazie a un 6-1 dal retrogusto amaro inflitto al Giovinazzo. Dalle gioie ai dolori: il successo non è stato festeggiato perché la sera prima, in un incidente stradale, era morto il 23enne tifoso gialloblu Teodato Gallo. “Dino era un amico, lo conoscevo bene-ricorda Dipasquale-giovedì era con noi a Gravina per la finale di Coppa Puglia, poi sabato è venuto a mancare in questo maledetto incidente. Quando succede a un ragazzo di 23 anni, non hai parole: doveva essere una festa per tutta la città, ma logicamente abbiamo giocato in un clima di tristezza e non abbiamo festeggiato per rispetto della sua persona”.

Rinata nel 2013 e ripartita dalla Prima Categoria, l’Audace Cerignola ha vinto 69 partite su 75 disputate fra campionato e Coppa e Dipasquale vi ha fatto ritorno nell’estate 2014: “Il merito è in primis della città che ha creato questo gruppo, una famiglia fatta tutta di ragazzi cerignolani: i risultati si vedono e da due anni siamo imbattuti e stiamo facendo qualcosa di stupendo. E’ vero che si tratta di categorie minori, ma non perdere per così tanto tempo è complicato a tutte le latitudini”. Ora il futuro si chiama Eccellenza, ma le spalle larghe di Gigi, come tutti lo conoscono nella città in provincia di Foggia, ospitano un passato con addio al dio pallone e ritorno. “Quando mi hanno chiamato, ero su di 15 chili e lavoravo nel mio negozio di detersivi e articoli per la casa di proprietà del mio presidente: la chiamata del Cerignola mi ha dato la forza di tornare a fare sacrifici, ho ripreso ad allenarmi e a giocare per vestire la maglia della mia città. Sono ripartito e di questo devo ringraziare la famiglia Greco e la famiglia Amoruso che mi han fatto partecipe di questo progetto stupendo. Raggiungere questi obiettivi a casa tua è un’emozione sempre diversa”.

Una carriera sempre con la valigia in mano: da Perugia a Cittadella passando per Pescina fino a Casarano, fino allo stop nel 2012 complice anche un fisico condizionato da tre interventi al ginocchio. “E’ stata dura, ho perso anche qualche treno per gli infortuni, ma la vita toglie e restituisce”. Nel cuore c’è però Brescia: una stagione con 8 presenze e una rete. Scorrendo gli almanacchi, il nome di Dipasquale si legge accanto a quelli di “calciatori veri”, come li chiama lui, quali Di Biagio, Delvecchio, Almeyda, Adani, Castellazzi e Caracciolo. E in stanza con lui c’era un giovanissimo Marek Hamsik: “Era appena arrivato a Brescia e si vedeva che sarebbe diventato in grande: siamo stati amici di camera in ritiro, era ed è un ragazzo squisito, molto positivo e sempre sorridente”. Un gruppo allenato da Gianni Di Biasi: “Gli sarò sempre grato-spiega Dipasquale-mi aveva voluto da Gallipoli, dove in Eccellenza avevo vinto la classifica cannonieri, e sono stato l’unico calciatore a fare un quintuplo salto di categoria. Volle tenermi nonostante diverse squadre di B mi volessero in prestito e mi ha dato una gran forza: sono felicissimo della qualificazione storica ottenuta a Euro 2016 con l’Albania, è una grande persona e lo merita”. Di imprese che fanno la storia, in piccolo, non vogliono saperne di smettere a Cerignola, e l’asticella è già pronta al prossimo step: “Abbiamo una grande società, con il presidente Greco sempre attento, e il vice-presidente Luca Amoruso (fratello dell’ex calciatore della Juventus Nicola, ndr) che ci stanno sempre vicini e hanno forti ambizioni-assicura il capitano gialloblù-Nei professionisti ci potremmo stare, ma serve ancora marciare molto e rispettare i progetti. La società è stata chiara: vuole andare in Lega Pro, noi lo speriamo. Sarebbe un sogno vestire la fascia di capitano del Cerignola tra i professionisti”.

Luca Guerra