Dal nerazzurro all’albiceleste: Maurito segna e sogna, sfumature di un Icardi letale
Oltre
le aspettative. ‘Sempre avanti’, Maurito: titolo di una
biografia, la sua, attimi di una stagione iniziata a tutto gas.
Dannatamente centravanti. Da Nazionale. Sfumature albicelesti in un
mondo tutto nerazzurro. Sbiadendo in una notte di fine agosto il
giallorosso della Roma. Rimontando. Da solo. Doppietta spacca cuore e
via. Sfruttando la propulsione di Candreva e Perisic. Perché questa,
oggi, è davvero un Inter come si deve. Bella sul pezzo, forte. E con
un Icardi meraviglioso.
Tanta
qualità a disposizione per Spalletti. Uomini veri, pronti a
riconquistare i proprio tifosi. In più, c’è lui: ‘Manny
tutto fare’.
Tranquilli,
è sempre lui: Icardi. Soprannominato così da Wanda Nara. Il motivo?
Mauro in casa fa tutto, come il simpatico personaggio del cartone
animato. Niente
elettricista, nessun idraulico: sullo smartphone basta digitare il 9.
Ed è subito fatta. Perché se c’è un problema, ci pensa lui: MI9.
Dalla famiglia al campo. Da San Siro, con la doppietta alla
Fiorentina, all’Olimpico: quella contro la Roma. Show. Segnali per
il titolo da capocannoniere e per Sampaoli. Sognando un mondiale da
protagonista. Inter, Argentina, famiglia, gol e una vita da colorare
sempre più di nerazzurro.
Letale
Protetto
dalla sana rigidità di papà Juan Carlos, che da bambino, per farlo
segnare, gli prometteva un pancho con cola. Tradotto: un hot-dog con
una bibita ghiacciata. E da quelle promesse Maurito non si è più
fermato. Un gol dietro l’altro. Comprandosi con il primo stipendio
l’Hammer e maturando sempre più: capitanissimo. A volte contestato. Ma
oggi poco importa quella lite al Mapei Stadium, ora contano i fatti.
Stupendi. Facendo tesoro degli errori. “Questi gol sono un segnale
per tutti. Stiamo facendo davvero bene. Sono pronto ad affrontare
tutti”. Già, mentalità. Indole da trascinatore, perché “questa
è un Inter più affamata. Nel primo tempo eravamo molli, poi
abbiamo pressato alto”. Chiamatela la forza del “gruppo, oggi
giochiamo da squadra. E anche la società sta facendo un gran
lavoro”. Diplomazia? Macché, verità. Parole e musica di un vero
numero 9. Con
movimenti da centravanti puro, due reti da vero asso.
Coefficienti di difficoltà vertiginosi: tagli, controlli, ricerca
del primo palo e finalizzazione. Talento. Anche all’Olimpico, dove
il suo bottino fin qui non era stato di certo positivo. Altra storia,
ora. Dalla profondità alla sua ‘Fuerza Aerea’: stacchi,
controlli e palle in sacco. Scatenato.
Con due gol in due presenze consecutive in Serie A per la prima volta
dal 2014. “Come individua la preda gli mette le mani al collo e la strozza”, segreti da Spalletti. Sempre più tecnico, indole argentina: senza mai
dimenticarsi la cartolina che gli spedì Messi per convincerlo a
trasferirsi al Barcellona. Quanti colori, Mauro. In origine
blaugrana, ora nerazzurro fino al midollo. Oltre
le aspettative, insomma.
‘Sempre avanti’, Maurito: titolo di una biografia, la sua, attimi
di una stagione iniziata a tutto gas.