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Dal campo al Vaticano, dagli scherzi al preparatore alle gemelline dell’allenatore. Entusiasmo Varese, primo in D

V per vittoria. Anzi, quattro V tutte in fila su cinque gare. Che fanno 12 punti in classifica e primato assoluto nel Girone A di Serie D. Strada lunga e campionato tutt’altro che agevole, dal finale imprevedibile, non inganni la categoria. Ma l’intenzione è sempre quella e inizia con la V (incere).

A come attaccamento. Sinonimo di dedizione, passione. Perché il gruppo è un mix di ragazzi giovani e promettenti che hanno voglia di emergere e giocatori dal passato importante (Bottone, ex Torino, Frosinone e Cluj con cui ha vinto scudetto e Coppa di Romania; ma anche Ferri che arriva da esperienze importanti come quella con l’Atalanta) ma il punto di vista è comune: lottare e sudare, insieme. Con amore per questo club. Luoni dixit. “Ho fatto una scelta di cuore, d’istinto, ma ne sono sempre più orgoglioso e più vado avanti più penso che ne sia valsa la pena”. Con questo A… tteggiamento, i risultati arriveranno.

R come Ramella. Precisamente: Ernestino Ramella, 61 anni. L’allenatore. Che nel giorno della nostra intervista (il 6 ottobre) festeggiava 42 anni dall’esordio in Serie A, con la maglia del Varese. Un po’ di attaccamento anche qui, serve sempre. Lui ci chiede di parlare per primo, perché… “innanzitutto sono il più anziano e poi…”. Ci tiene a specificare che “poi devo correre dalle nipotine”. Il difensore Michele Ferri interviene: “Eh, se al mattino le gemelline lo fanno dannare, il pomeriggio lui urla in campo! Se invece fanno le brave si lavora bene!!!”. Ramella sorride ma quando c’è da parlare seriamente non scherza: “Bisogna fare più gol, abbiamo vinto tre partite per 1-0 ed è inutile nascondere che facciamo fatica a segnare, la difesa va bene”. Anche se poi bacchetta capitan Luoni: “Gli unici tre gol sono arrivati nella gara con il Borgosesia, eravamo in 10 ed è qui presente quello che si è fatto espellere!!”. Prima dei saluti, ci racconta dell’Albania, dove ha vissuto un’esperienza positiva sia come allenatore sia come uomo. Ferri lo congeda: “Mister, può andare dalle gemelline adesso”.

E come entusiasmo. Il Varese conta 1123 abbonati (se la media degli spettatori paganti in Serie D è di 700 a partita, è record). Ha una curva sempre presente e una tifoseria tanto appassionata quanto moderata, segue i suoi ragazzi un po’ dappertutto. E poi che belle coreografie! Tra palloncini, cori e colori. Ci racconta Isacco: “Mi piace che tutti, dal più piccolo di 12 anni al più anziano di 88, cantino sul pullman, sostengano i ragazzi e partecipino al nostro ‘processo Biscardi’ alla fine di ogni gara. Una fede che è arrivata fino in Vaticano: l’anno scorso il gruppo Passione Biancorossa era a Roma per una partita di Coppa Italia e la bandiera del club è stata consegnata direttamente a Papa Francesco.

S come squadra, la vera forza di questo gruppo. Si sostengono tutti e quando parliamo con Scapini, la punta con 3 gol all’attivo su quattro partite vinte 1-0, ce ne rendiamo subito conto. Quanti gol prometti al Varese quest’anno? Risponde Ferri per lui: “Scapini quest’anno fa almeno venti gol”. Ma l’attaccante è allineato ai compagni, non si prende meriti ed elogia la… squadra: “Mi aiutano tutti, da Giovio a Calzi, gli assist arrivano e spero di continuare a dare il mio contributo!”. Nello spogliatoio, raccontano a Gianlucadimarzio.com, non ci sono riti scaramantici. Bottone urla prima di entrare in campo ma “da quando mi sono fatto male non riesco nemmeno più a fare quello!”. Unico divertimento sono gli scherzi al preparatore atletico, su cui precisano: “Non solo in campo eh?! Anche su WhatsApp! Senza tregua tutti i giorni”. Non sembrano esserci tracce di rivalità, il gruppo è coeso e lavora con un allenatore che insiste sui tagli e sulle palle inattive. Ma mette sempre la squadra al primo posto.

E come esempi da seguire. I ragazzi che abbiamo intervistato hanno chiari i loro campioni di riferimento: quelli che hanno fatto la storia, come Maldini e Del Piero, ma anche quelli che la stanno facendo tuttora come Buffon e Totti. Anche il Varese ha il suo simbolo: Luoni, varesino doc che ha rifiutato di recente ingaggi in Lega Pro e nuove vite.

Una giornata a casa VARESE. Bello grande, come l’entusiasmo che sta tornando a respirare questa città, per il calcio. Ma attenzione, manca ancora una vocale. A. Come il Girone che sta guidando il club. A. Come l’approccio vincente che stanno dimostrando i giocatori. A. Come l’affetto dei sostenitori che in un tempio del Basket italiano ha dato voce ai quelli che la palla la vogliono sui piedi e non tra le mani. Sperando che la prossima lettera sia quella giusta, del ritorno al professionismo.

Alice Nidasio