Da bomber ad allenatore, Crespo si racconta: “Bielsa, Mourinho, Ancelotti, il Modena e il futuro. Vi dico tutto”
Il confine tra giocatore e allenatore è spesso malleabile. Per qualcuno può essere un passo bello grande, per qualcun altro breve, per altri ancora anche soltanto burocratico. Per chi leader, e a suo modo anche una sorta di allenatore, lo era già in campo, allora, tutto sta nel togliersi gli scarpini, indossa giacca e cravatta e provare ad insegnare calcio. E nel calcio a parlare sono sempre i risultati.
Da bomber (e che bomber!) ad allenatore, per Hernan Crespo la parabola è stata la solita. E lui, alla sua prima vera esperienza al Modena (al Parma era l’allenatore della Primavera), di risultati ne aveva raggiunti. Non esaltanti, chiaro, ma in linea con i suoi obiettivi. Il club, però, ha deciso di esonerarlo a stagione in corso e la scelta, come testimonia poi la retrocessione in Lega, probabilmente non è stata delle migliori. E ad Hernan dispiace eccome: “Visto e considerato che a fine stagione, poi, non si sono raggiunti i traguardi prestabiliti, qualcosa – ha ammesso l’ex allenatore gialloblù ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – che non è andato c’è. C’è rammarico perché fin quando io ero in panchina eravamo in linea con i nostri obiettivi: abbiamo fatto esordire qualche giovane, abbiamo venduto dopo 12 anni un giocatore in Serie A (Thiago Cionek al Palermo, ndr), inoltre eravamo ancora salvi. Purtroppo però un allenatore deve solo accettare le decisioni della società. Mi dispiace per i tifosi, mi dispiace per gli addetti ai lavori e per i giocatori, però è andata così.
Dalla voce traspare un goccio di rabbia, ma profonda tristezza per come poi sono andate le cose in quella piazza che tanto gli è piaciuta. Di certo non ha stappato lo champagne dopo l’ultima giornata di Serie B, quando il negativo verdetto è arrivato. Un pizzico di rammarico, però, c’è sia a Modena che in Crespo spesso. E l’ex attaccante ancora non se lo spiega: “Probabilmente va al di là del discorso sportivo, altrimenti non si spiega. Io ho dovuto soltanto accettarlo. Alle volte certe cose non si possono gestire, accadono altre cose incontrollabili per noi allenatori. Non mi è bastato neanche raggiungere gli obiettivi prefissati, io ho fatto del mio mio meglio. Hanno deciso di cambiare le cose e tutto è crollato precipitosamente”.
“Scordiamoci il passato, dai!” viene da dire. Dopo Modena, mica Hernan vuole fermarsi qui. E se il passato è in gialloblù, il futuro è… “Di tanti colori!” scherza lui, con sorriso in volto e occhi da sognatore. Poi però torna serio: “Ancora non lo so, sto valutando diverse proposte e adesso vediamo. Dipende dal progetto, sceglierò quello che più mi convince rispetto ad un altro. Vorrei riuscire a trovare quella società che ti permette di lavorare con una certa tranquillità e poter occuparti soltanto dell’aspetto del campo, che abbia una gestione importante”.
E tra Inter, Milan, Chelsea, Lazio e chi più ne ha più ne mette qualche grande maestro da quale trarre le differenti pecurialità c’è stato sicuramente. Crespo è sempre stato tutto orecchio, per ascoltare, apprendere ed immagazzinare. Ma ce ne sono tre su tutti ai quali l’argentino s’ispira: “Ne ho avuti tanti, dai quali ho tratto sia cose positive che cose negative. Bielsa, Mourinho, Ancelotti: li ho visti lavorare, sono stato un loro giocatore e sono gli allenatori ai quali mi ispiro. Ma magari prendessi qualcosa da questi fenomeni e facessi la stessa carriera…”. Sognare non costa nulla, Hernan. L’ambizione non manca, la predisposizione pure. Ora manca solo la prossima squadra.