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D’Aversa: “Non posso parlare di salvezza. Ferrero crede nella Coppa Italia”

L’allenatore della Sampdoria D’Aversa: “Con il lavoro si può ripetere il risultato dello scorso anno”

La vita calcistica di Roberto D’Aversa è sempre stata ispirata dall’idea che tutto si ottiene attraverso il lavoro e il sacrificio. Così come l’opportunità di allenare la Sampdoria, sua ex squadra da calciatore: “Reputo la Samp un club medio alto: sono passati vent’anni, ma quando giocavo con la gradinata sud che ci spingeva”, racconta l’allenatore ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

 

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“Non posso parlare di salvezza. Ferrero crede nella Coppa Italia”

Non sarà facile migliorare il nono posto della scorsa stagione ma mai porsi limiti: “Non posso parlare solo di salvezza, vorrebbe dire far sentire la squadra già appagata. Con il lavoro – prosegue – si può ripetere il risultato della scorsa stagione”. Anche perché il presidente Ferrero come regalo per i 70 anni ha chiesto la Coppa Italia: “Nel contratto ha messo un premio speciale in caso di vittoria, lo ritiene un obiettivo raggiungibile“.

 

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“Nel calcio esiste il giocatore più forte o meno forte”

L’intento è scegliere un’idea di gioco che sia adatti ai calciatori a disposizione e in questo caso: “Il punto di partenza deve essere – confessa D’Aversa – le due punte, mentre in difesa la squadra l’ho impostata a quattro perché garantisce più equilibrio”. 

 

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Il neo allenatore doriano ha le idee molto chiare anche in ottica mercato: “Prima dell’Europeo dissi al presidente che difficilmente avremmo potuto tenere Damsgaard, ma a Mikkel farebbe bene un altro anno in Italia: basti pensare al primo anno di Thorsby”. E ancora: “Nel calcio non esiste il giocatore giovane o vecchio, ma quello più forte o meno forte”. D’Aversa, infine, ha un pensiero per Quagliarella: “Sembra un ragazzino, va tenuto il più vicino possibile all’area di rigore”, conclude l’allenatore della Sampdoria.

 

L’INTERVISTA INTEGRALE SU LA GAZZETTA DELLO SPORT DI OGGI