Crespo: “Icardi non ha eguali in area di rigore, l’Inter riparta da lui per tornare grande”
Da
un argentino all’altro, un giorno c’era Hernan Crespo mentre oggi c’è
Mauro Icardi. Simbolo di un’Inter che prova a ritornare grande e che
ora è in lotta per il ritorno in Champions League affidandosi
proprio a Maurito. Di lui ha parlato proprio Hernan Crespo. “Se
vuoi diventare veramente grande non puoi prescindere da un attaccante
come Mauro Icardi – ha dichiarato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport – Icardi deve essere un punto fermo del nuovo
progetto. Altrimenti andiamo a vedere un altro film. Non mi priverei
di Mauro mai e poi mai. Che segnale darebbe l’Inter ai suoi tifosi
se cedesse il giocatore più rappresentativo, il più forte, il
capitano della squadra? Io non conosco squadre che si rinforzano
vendendo l’elemento migliore. Semmai è importante costruire
attorno al top player un gruppo che possa supportarlo e farlo rendere
al massimo. In area di rigore non ha rivali a livello mondiale.
Quando gli arriva un cross, è micidiale. Certo, se vuoi costruire
una manovra che preveda il fraseggio centrale, allora Higuain o
Aguero sono più adatti, ma se fai come l’Inter che spedisce cross
a grappoli in area dove lo trovi uno più forte di Icardi? Ha
rapidità di pensiero e di esecuzione, fisicamente è un toro, calcia
bene di destro e di sinistro, di testa le prende quasi tutte. Dopo
Cristiano Ronaldo e Leo Messi, che sono di un altro pianeta, ci sono
tanti attaccanti che si giocano il terzo posto del podio: in questo
gruppo, secondo me, Icardi merita di starci”.
Tutto
questo, però, potrebbe non servire per andare al Mondiale: “Per
forza, mi sembra che Icardi non sia amico di Messi, o sbaglio? La
Seleccion, la mia amata Seleccion, è ormai costituita da un cerchio
magico, mi capite? Icardi non rientra in questo cerchio e dunque,
purtroppo, non andrà al Mondiale di Russia. Ma questo, a mio avviso,
è un errore. Di un attaccante come lui ci sarebbe un gran bisogno.
Vabbè, si arrangerà Sampaoli, e pure Messi…”.
Sul
futuro dell’Inter: “Ripartirei ovviamente da Luciano Spalletti in
panchina, e su questo mi sembra che non ci siano dubbi. E poi, forse,
anziché cercare grandi giocatori che arrivano da esperienze
importanti ma che hanno vissuto un periodo di flessione, tenterei di
formare uno zoccolo duro basato più sui valori caratteriali che su
quelli tecnici. Un esempio può aiutare a capire: il ciclo
incredibile della Juventus nasce da un gruppo solido che ha trovato
in Buffon, Barzagli, Chiellini, e prima Bonucci, i suoi pilastri. A
parte Buffon, gli altri non erano i migliori nei loro rispettivi
ruoli però avevano quelle doti di temperamento che garantivano il
salto di qualità. Ecco, questo deve fare l’Inter. Pensate al ciclo
vincente del Milan di Carlo Ancelotti del quale ho fatto parte per un
anno: lo zoccolo duro era formato da italiani, penso a Maldini,
Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Nesta, che facevano capire agli altri che
cosa si doveva fare e come ci si doveva comportare. Questo è il
segreto del successo”.