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Sei giornate non definiscono in modo chiaro e completo una stagione, però possono dare un’idea di come potrebbero andare le cose. E nel caso del West Ham, le prime sei giornate di Premier League hanno i contorni dell’incubo. Da cui, al momento, la squadra non sembra in grado di svegliarsi. Un tracollo vero e proprio, o un avvio a rilento dovuto a tanti motivi?

Le premesse non sono buone: la stagione è iniziata nel peggiore dei modi, con l’eliminazione dai playoff di Europa League. Competizione a cui la società teneva molto, traguardo importante raggiunto meritatamente dopo un ottimo campionato chiuso al settimo posto, anche grazie all’allenatore, Slaven Bilic.

Eppure l’Astra Giurgiu ha sgambettato gli Hammers: 1-1 in Romania, 0-1 all’Oliympic Stadium. Nuovo stadio, con Upton Park andato in pensione, e nuovo stemma, ma quanti problemi. Una vittoria in sei giornate, troppi errori in difesa e una clamorosa, disastrosa, incapacità di segnare. Zaza, Payet, Antonio, Feghouli e non solo, le potenzialità (offensive) per far bene ci sono. Ma, purtroppo per il West Ham, la palla non entra, la difesa balla, gli avversari vincono.

Troppo spesso, troppe volte in questo avvio di campionato. Il cambio di stadio, e di stemma, non porta bene, il mercato volto a rafforzare la squadra sembra averla indebolita, rendendola più fragile, preda degli avversari. Inseguito a lungo Bacca è arrivato invece Zaza, già criticato in Inghilterra. “Non vale 25 centesimi“, dicono. Zero gol e già diversi cartellini, vecchio vizio non sparito in Inghilterra.

Il ko di oggi, all’Olympic Stadium, contro il Southampton, certifica la crisi di Bilic e dei suoi ragazzi. Un cambio in panchina per ripartire da capo potrebbe anche non servire. Perchè forse, basterebbe solo una vittoria. Nel segno di Payet, magari, troppo anonimo per essere vero. Le critiche continuano, la crisi è sempre più evidente, il West Ham non trova pace.