Romelu Lukaku, il gigante predestinato in arrivo sotto la Mole
È una nota “linguistica” il primo obiettivo di Romelu Lukaku, attaccante belga sempre più vicino alla Juventus.
Se nella Treccani è già entrato il termine “Sarrismo” – a voler ribadire il marchio di fabbrica impresso dall'allenatore toscano alle sue squadre – , i tifosi dei Reds hanno coniato anche il verbo “To Lukaku”, ovvero “sciupare gol semplici sul più bello”. Una scomoda etichetta che si è suo malgrado conquistato per i “non gol” nel campionato inglese. Dopo questo scorcio d’estate da separato in casa con lo United, Lukaku vuole assolutamente riscattarsi annullando così il significato del nuovo verbo affibbiatogli dagli ormai suoi ex tifosi.
La storia del possente giocatore, con i suoi 1,90 metri di altezza per circa 90 chili di peso, inizia da bambino. Nato in Belgio, ad Antwerpen, ha voluto seguire sin da subito le orme di papà Roger, calciatore professionista originario dello Zaire. In tenera età ha sempre il pallone sotto il piede, ma qualcosa inizia ad andare storto. In famiglia, poco per volte, cominciano a mancare acqua, luce, corrente elettrica. Nell’appartamento girano i topi e soprattutto lui, il piccolo Romelu, non può più vedere le partite di Champions in televisione.
“A 16 vorrò firmare il mio primo contratto da professionista e diventare il miglior giocatore nella storia del Belgio”. Un predestinato, diranno in molti. Detto, fatto. Tra le preghiere condivise con la madre riesce a farsi largo diventando un professionista e siglando, proprio come nei sogni, il suo primo contratto con l’Anderlecht.
Romelu Lukaku oggi ha 26 anni, età perfetta per iniziare una nuova ambiziosa avventura: nelle ultime stagioni ha giocato in Premier League prima nell’Everton e poi nello United. Per caratteristiche fisiche è stato più volte paragonato a Didier Drogba, la classica prima punta di peso che allunga le difese e si fa spazio con lo strapotere fisico. Un “puntero” che può essere decisivo quando le squadre iniziano ad allungarsi e dalle panchine inglesi scattava l’ordine “all in the box”.
Se il trasferimento alla Juventus andasse a buon fine, raggiungerebbe in serie A il fratello Jordan, difensore di un anno più giovane in forza alla Lazio.
Nel suo palmares figurano due titoli nel campionato belga con l’Anderlecht (stagione 2009/2010 e 2011/2012), una Coppa d’Inghilterra conquistata con il Chelsea nel 2012 e due titoli di capocannoniere in Belgio nel 2009/2010 e in Premier nel 2014/2015 con la maglia dell’Everton.
Con la Nazionale del Belgio i suoi numeri sono grandiosi. Il tecnico Dick Advocat lo fece esordire nel match con la Croazia: il ragazzino non aveva nemmeno 17 anni. Con i suoi attuali 48 gol è tuttora il miglior marcatore della storia del calcio belga. Nel 2018, ai Mondiali di Russia, siglò due doppiette (contro Panama e Tunisia): uno score che gli ha permesso di raggiungere Wilmots nella classifica dei giocatori più prolifici ai Mondiali.
La sua carriera è stata però caratterizzata anche da momenti bui, come il rigore decisivo fallito nella Supercoppa Europea del 2013: nella sfida Chelsea-Bayern Monaco si fece ipnotizzare dal numero 1 tedesco Manuel Neuer.
Nel frattempo galeotto fu quel tweet cinguettato 3 giorni fa: una combo tra il testo “Soon to be continued” e il selfie scattato con l'agente Federico Pastorello. Un vero boomerang lanciato a velocità siderale capace di acchiappare qualcosa come 31.000 “like”. La telenovela-Lukaku potrebbe essere arrivata ai titoli di coda con l’attaccante belga sempre più vicino alla Juventus.
Se il nuovo allenatore della Juve può fregiarsi già del termine “Sarrismo”, chissà che Romelu non possa far coniare un neologismo che stavolta però lo ricordi per il suo fiuto del gol sotto porta.
Coming soon. La Treccani è avvertita.
A cura di Filippo Simonetti