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Chelsea, Koulibaly risponde a De Laurentiis: “Serve rispetto per le nazionali africane”

Koulibaly ha parlato in conferenza stampa della sua nuova avventura al Chelsea, del rapporto con Mendy e Jorginho e delle parole di De Laurentiis

Dopo le firme, i primi allenamenti e le prime amichevoli, Kalidou Koulibaly si è presentato in conferenza stampa per la prima volta da quando è al Chelsea. L’ex Napoli si è soffermato sulle prime impressioni dell’ambiente Blues, di alcuni retroscena legati alla trattativa, tornando anche sull’aneddoto relativo al numero di maglia chiesto a John Terry, bandiera Blues, ma soprattutto ha risposto alle parole del presidente De Laurentiis, che ieri ha dichiarato: “Basta, non prendo più giocatori africani. Paghiamo i giocatori per darli ad altri”, in riferimento alla Coppa d’Africa.

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“Dipende da lui se vuole comprare o no altri giocatori african. Per me, la cosa principale è il rispetto, e se quella è la sua opinione io la rispetto. Quando giocavo a Napoli rappresentavo anche il Senegal: è stata dura per la squadra quando siamo andati in Coppa d’Africa, ma serve rispetto anche per le nazionali africane, e da capitano del Senegal penso non sia giusto parlare così di una nazionale africana– ha dichiarato Koulibaly – Se crede che la sua squadra possa andare avanti senza calciatori africani è un suo diritto. Ma so per certo che a Napoli ci sono tante persone che non la pensano come lui. Prendo queste parole come una sua opinione, non come quello che pensano la città o la stessa società”.

“Terry pensava fosse uno scherzo”

All’inizio della conferenza stampa, il difensore senegalese ha raccontato nei dettagli come è andata per la scelta del numero di maglia, dopo aver documentato tutti sui social nei giorni scorsi: “Conosco Zola e gli ho chiesto il numero di Terry. All’inizio quando l’ho chiamato non credeva che fossi io, credeva che fosse uno scherzo, quindi ha messo giù il telefono e ha chiamato il team manager per chiedere se fossi stato davvero io a chiamarlo. Dopo gli ho chiesto molto rispettosamente se potevo prendere il suo numero di maglia”. 

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“So che è un numero molto importante per lui. È anche un numero molto importante per me, perché l’ho preso quando sono andato al Napoli e volevo tenerlo qui al Chelsea. Quando mi ha detto “sì”, ero molto contento perché so cosa ha fatto per il club, so cosa ha fatto per i tifosi, cosa ha fatto per la città qui. Quindi sapevo che era importante chiederglielo prima perché non volevo essere irrispettoso con una leggenda del club”.

“Ho subito pressioni da Mendy e Jorginho”

Koulibaly ha svelato poi alcuni retroscena avvenuti durante la trattativa con il Chelsea, spiegando di “aver subito pressioni” sia da parte di Edouard Mendy, suo compagno di nazionale, che da Jorginho, suo ex compagno al Napoli. “Edou è un fratello per me. Parliamo tanto del Chelsea quando siamo in nazionale, come parlo tanto del Napoli. Quando era in vacanza mi ha mandato alcuni messaggi dicendo di venire a giocare con lui al Chelsea e Jorginho ha fatto lo stesso, quindi ho avuto una doppia pressione su di me. Ma non è stata una cattiva pressione, è stato piacevole, sono ragazzi molto simpatici”. 

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“Nelle ultime settimane parlavo sempre con Mendy perché voleva sapere della trattativa e quando gli ho detto di aver firmato eravamo felici, perché le nostre famiglie possono trascorrere più tempo insieme qui a Londra. E idem con Jorginho perché mi è mancato molto. Quando ha lasciato il Napoli ho perso qualcosa, ma ora sono qui con lui, quindi sono davvero felice di essere qui con loro. Tutti nella squadra mi hanno accolto bene. Quindi sono davvero felice di essere qui”.

“Il presidente mi ha dato da subito una bella impressione”

Se le pressioni di Jorginho e Mendy però non sono bastate, a convincere Koulibaly ci ha pensato il nuovo proprietario del Chelsea: “La nuova proprietà mi ha dato una bella impressione perché quando ho parlato con il presidente mi ha detto che voleva che giocassi per il Chelsea. All’inizio non abbiamo discusso molto, mi ha solo detto che voleva che giocassi per il Chelsea, che voleva che facessi parte del club”. 

Adattarsi ai ritmi della Premier League non è mai facile per nessuno, ma il difensore senegalese non è preoccupato di questo: “È vero che è una grande fase di transizione e tutti devono adattarsi. Sono nuovo in questo club, ma qui è tutto nuovo per tutti perché c’è un nuovo proprietario che sta facendo di tutto per rendere la squadra competitiva in ogni partita. Quindi penso che ci vorrà del tempo, ma il tempo servirà a tutti per adattarsi e penso che in futuro faremo bene”.