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Brignola e quel “carpe diem”: l’arte del saper attendere

Due gol in quattro giorni per continuare a credere nel sogno del Catanzaro: una stagione intera ad aspettare il proprio momento

Carpe diem. L’arte del saper aspettare il proprio momento. Lo ha aspettato per una stagione intera Enrico Brignola. Dal gol in sforbiciata contro il Brescia che fa letteralmente esplodere il Ceravolo nel primo turno dei playoff al tap in in quella contro la Cremonese. Due sole reti tra il 19 marzo 2023 e il 18 maggio 2024, pochi giorni fa. Una di queste rimarrà per sempre nella storia del Catanzaro, quella che nella giornata di Salerno regalerà dopo 17 anni la Serie B davanti a 10 mila cuori giallorossi accorsi all’Arechi. L’altra nella splendida vittoria di Marassi contro la Sampdoria per 1-2 lo scorso ottobre. Solo gol importanti per Brigno, come lo chiamano da queste parti. 

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Dalle critiche e il possibile addio alle reti nei playoff: i due volti della stagione di Brignola

Le critiche per una stagione senza lasciare il segno sono già alle spalle, con due reti nel giro di quattro giorni che tengono in vita il Catanzaro e continuano a far sognare una città intera. Ma partiamo dall’inizio, quando nella passata stagione i giallorossi lo prendono in prestito con obbligo di riscatto in caso di Serie B dal Benevento. Sarà l’unico acquisto del calciomercato di gennaio: un contesto perfetto, nel quale, per Brignola sarà difficile inserirsi. Il gol di Salerno lo proietta nella storia giallorossa sì, ma il proseguo della sua esperienza in Calabria non sarà per niente facile. Nel mercato invernale appena trascorso la sua partenza viene data quasi per scontata. Eppure Brigno ci crede, sa che prima o poi avrà la sua chance per dimostrare quanto vale.

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Minuto 82’ della sfida contro il Brescia, Vivarini si volta per chiamarlo: lo stadio spinge, il Catanzaro è sotto per 1-2. Prima si procura il corner per il pari di Donnarumma che manda la sfida ai supplementari, poi si inventa in sforbiciata un gol che manda in estasi un intero popolo. Dalla panchina per risolverla, come quattro giorni dopo. E se nel primo turno dei playoff per metterla dentro c’erano voluti 22 minuti, contro la Cremonese gliene bastano solo 12’. Questa volta il gol è più facile, ma probabilmente vale molto di più. L’esultanza è una corsa sfrenata, scivolando sotto la tribuna e dedicando il gol ad Alessandra, la fidanzata e compagna di sempre. Sugli spalti a seguirlo dalle partite con la Primavera del Benevento fino a oggi, quando è diventato grande.

L’imprevedibilità di essere clutch, come dicono nel basket americano, di avere il sangue freddo nei momenti decisivi. Ma soprattutto l’arte di saperli attendere quei momenti: Enrico Brignola docet.