Un’infanzia tra campetti improvvisati e alberi da dribblare: Gnoukouri, metronomo nerazzurro vicino al Genoa
Divo, Costa d’Avorio, circa 180 chilometri da Abidjan. Assane Gnoukouri muove i suoi primi passi, corre dietro al pallone, talvolta bucato o sostituito da oggetti vari, per scappare dalle insidie che purtroppo sono all’ordine del giorno e vivere al meglio la sua seppur difficile infanzia. I suoi amici fanno a gara per aggiudicarselo nelle partitine fra coetanei organizzati in campetti di fortuna. Dribbla tutto e tutti Assane, compreso un albero radicato nel bel mezzo del terreno di gioco, sognando un giorno di imporsi in tutt’altri palcoscenici. Ha carattere da vendere, personalità e grinta da vecchio medianaccio, tetragono nelle difficoltà, ma con un talento immenso.
A quindici anni la sorte gli concede un’opportunità e il giovane Gnoukouri non se la lascia scappare: da quelle parti arriva Damiano Drago, procuratore emergente, da sempre attento ai talenti che Mamma Africa nonostante tutto continua a produrre, ed è colpo di fulmine. Le potenzialità di Assane balzano subito agli occhi, ma per emergere c’è bisogno di competenze e strutture che solo l’Europa possiede. Da lì cresce il feeling con Drago, pronto a diventare col passare dei giorni un vero e proprio fratello maggiore per il ragazzo. Valigie fatte in fretta e furia verso la Francia, direzione Marsiglia. Ad Assane luccicano gli occhi, l’Olympique è la sua prima esperienza a livello professionistico, ma qualcosa va storto e, nonostante le continue promesse, il tesseramento non arriva. Nulla è perduto, Gnoukouri si sposta in Italia, all’Altovicentino, dove viene notato anche da Beppe Giavardi, che non perde tempo e lo porta all’Inter.
Il resto è storia recente, con la prima convocazione in prima squadra sotto la gestione Mazzarri, l’esordio nel derby, da titolare, con Roberto Mancini, innamoratosi del ragazzo alla finale del Viareggio, dopo lo scetticismo iniziale e anche la prima convocazione in Nazionale maggiore. Sombrero a De Rossi, da centrocampista navigato, alla sua seconda apparizione in Serie A. Nonostante ciò, il minutaggio a disposizione dell’ivoriano è minimo, insufficiente ad un talento che per sbocciare ha bisogno di giocare e sbagliare. Da qui la decisione di cederlo al Genoa, col trasferimento ad un passo alla corte di Gasperini ed un’opzione per il riacquisto che sottolinea l’attenzione che l’Inter ha nei confronti di Assane, pronto ad essere nel medio termine uno dei centrocampisti più importanti del panorama europeo.