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Da difensore a bomber e quell’interesse della Juve: alle origini di Camarda

Lo provarono in difesa, ma voleva segnare. 500 gol in cinque anni, pratica boxe e l’ha cercato la Juve: dietro le quinte del baby attaccante del Milan

Francesco Camarda è nato per fare gol. Prima grande certezza. Ha sempre segnato, dal giorno zero. Da quando il Milan l’ha preso, a sette anni, dall’Afforese. Più di cinquecento reti nelle ultime cinque stagioni. Un piccolo alieno. Classe 2008, nato nel quartiere di Comasina, a Milano. Figlio di una famiglia unita, che lo ha sempre sostenuto. Sabato 25 novembre 2023, a quindici anni e 259 giorni, ha esordito tra i “grandi” contro la Fiorentina, diventando il più giovane esordiente della storia della Serie A. Settantamila occhi puntati su di lui: San Siro ha già potuto ammirare il suo nuovo talento. Milanese e milanista. Un ragazzo che, per i colori rossoneri, ha già rifiutato la chiamata della Juventus. Ci torneremo.  

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Dall’Afforese a San Siro: alle origini di Camarda, che faceva… il difensore

Il cammino verso San Siro inizia dall’Afforese, lo abbiamo detto. Il centro sportivo, affiliato al Milan, dista otto chilometri dallo stadio, in macchina un quarto d’ora. In mezzo a queste due tappe, per Camarda, ci sono stati sette anni di giovanili. Dall’Under 8 alla Primavera. Anni passati a distruggere i record, sempre con il sorriso e la leggerezza. Killer instinct, ma solo in campo. Francesco è un bravo ragazzo, umile e con la testa sulle spalle. Seconda certezza.

Oltre cinquecento reti in cinque anni. E pensare che il baby bomber rossonero aveva iniziato il suo percorso al Milan da… difensore. Fra i sette e gli otto anni, è stato provato prima da esterno, poi da centrale in difesa. Ma a lui piaceva segnare, aveva propensione offensiva. Allora, dopo alcuni mesi dietro, è stato spostato in attacco. E chi l’ha tolto più? 

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Rovesciate, boxe e il tentativo della Juventus

Tornei in Italia, tornei in Europa. La musica non cambia. Le solite tre lettere: G, O, L. Merito della sua capacità di leggere l’azione in anticipo: la sua vera, grande dote naturale. Capisce dove andrà il pallone e ci si fionda. Movimenti precisi e doti tecniche: la rovesciata contro il PSG in Youth League – da 2008 contro i 2005 – è l’esempio più calzante del suo gioco. In acrobazia. Alla Ibra? Anche: perché come lo svedese (suo idolo), Camarda ha praticato arti di combattimento, boxe e kickboxing nello specifico. Ibra e non solo. Ronaldo, Ronaldinho e Kakà: Camarda “studia” i suoi modelli guardandoli su YouTube. Completezza e fiuto da numero 9 (proprio il numero che sogna di indossare in Serie A). “Forte quel ragazzino”, pensano tutti sin da subito. Ma il Milan lo blinda alla prima occasione. 

A quattordici anni, infatti, arriva il momento di firmare il vincolo, così che Camarda non possa essere acquistato da nessun’altra squadra italiana fino alla maggiore età (in attesa, ovviamente, del contratto da professionista, che a breve firmerà). Comincia la trattativa, ma intanto su di lui ci sono tutti gli altri top club della Serie A. La squadra che ci va più vicino è la Juventus. I bianconeri provano l’affondo, ma Camarda e famiglia alla fine decidono di firmare con il Milan. “Al cuor non si comanda…”. 

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Dalla Fiorentina alla… Fiorentina: il cerchio del destino

Da quel momento inizia il grande salto. Dall’Under 13 passa direttamente in Under 15. E, da sotto età, vince lo Scudetto di categoria. Manco a dirlo, in finale, segna il gol decisivo. Terza certezza: il ragazzo sfrutta bene le occasioni. L’avversario in quella partita era proprio la Fiorentina. Corsi e ricorsi: il destino di Camarda ha disegnato un cerchio rossonero che inizia con i viola e con l’esordio contro la Fiorentina si è chiuso, ma solo per aprirne uno nuovo. Dopo l’esordio tra i “grandi” è infatti già arrivato un altro grande risultato: la vittoria dell’Europeo Under 17 con la maglia Azzurra. Camarda non vuole fermarsi. Senza paura: “Pressure is a Privilege“.