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Atalanta, Percassi: “Mercato? Non facile portare nomi grossi. Su Pasalic e Mancini…”

“Per giocare la Champions servono giocatori di qualità e fisicità, il modello deve essere Ajax. Se capita il colpo alla Ilicic lo facciamo subito, ma i costi sono esplosi. Il mercato inglese ha sballato le cifre, quindi in un calcio in evoluzione non è facile portare a casa nomi grossi”. Il presidente dell'Atalanta, Percassi, ha parlato così del mercato in casa nerazzurra. 

Un'estate per fare una squadra da Champions, visto il traguardo raggiunto, ma oltre le entrate, sono anche le uscite (o possibili tali) da tenere d'occhio: "Pasalic? Mio figlio (Luca, AD dell’Atalanta, n.d.r.) sta parlando con il Chelsea per il riscatto – ha spiegato Percassi in un'intervista a Begamo TV -.

Mancini? E' il più richiesto, ma non è detto che vada via. Tutti i giocatori vogliono restare ora che siamo in Champions".

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Il settore giovanile dell'Atalanta è un fiore all'occhiello dei vivai italiani e Percassi tiene a sottolineare che “quest’anno due giocatori della primavera hanno esordito in prima squadra. Parliamo del miglior settore giovanile d’Italia.

Il regolamento è una follia, tre anni che vinciamo il campionato e poi ci toccano i playoff senza i nazionali. Bisognerebbe ricreare il campionato De Martino (formula di torneo per le seconde squadre in vigore dagli anni ‘50 agli anni ‘70)”.

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Spazio poi ad altre dichiarazioni legate alla stagione passata e alla figura di Gasperini: "L'obiettivo massimo era l’Europa League, poi anche le big hanno rallentato e ci siamo avvicinati sempre più al quarto posto. Dopo la vittoria in trasferta con la Lazio eravamo scioccati, perché avevamo di mezzo anche la finale.

Poi, una volta persa la Coppa Italia a causa di un vero e proprio furto, i ragazzi erano scossi e così gli ho parlato: siamo cresciuti rispetto a quando siamo stati eliminati in Europa, non abbiamo subito il contraccolpo ed è stata una dimostrazione di esperienza. A settembre avevamo sofferto, ci dicevano che eravamo destinati alla retrocessione. Straordinario il mister a ribaltare la situazione”.

La gioia più grande? Il terzo gol al Sassuolo, per me era un sogno irrealizzabile la Champions League. I ragazzi sono stati straordinari, tredici partite senza mai perdere. Se ho pianto? Per forza, sono nato atalantino. Cresciuto nel settore giovanile, poi giocatore della prima squadra e infine presidente”.

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Chiusura sulla situazione stadio: “A Bergamo non si può giocare oggi la Champions. È al momento impossibile, ma tenteremo di fare un procedimento con la UEFA. Io forse dovevo tenerlo segreto, ma ci terremmo molto a giocare qui, quindi ci proveremo. Chiederemo una deroga anche per il progetto, completato l’anno prossimo. C’è un elenco notevole di cose da sistemare, ma combatteremo fino alla fine”.