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Tra Drogba, gol e recitazione: Roma, chi è Tammy Abraham

Da bambino gli sarebbe piaciuto recitare, oggi si esibisce in campo a suon di gol. L’incontro con Drogba la svolta della sua carriera

Manca solo l’ufficialità e Tammy Abraham sarà il nuovo attaccante della Roma. Dopo la partenza di Edin Dzeko, il classe 1997 è pronto a raccogliere la sua eredità: i giallorossi hanno puntato forte su di lui e verseranno nelle casse del Chelsea 40 milioni di euro più bonus, facendolo diventare uno degli acquisti più onerosi del club della Capitale (QUI la speciale classifica), 

Chi è Tammy Abraham?

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Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham, noto semplicemente come Tammy Abraham, è nato e cresciuto calcisticamente nel Chelsea: l’attaccante inglese, infatti, ha iniziato a vestire la maglia dei Blues dalla formazione Under8, per poi compiere una lunga scalata fino al calcio professionistico.

E pensare che da bambino il suo sogno era quello di fare l’attore: “Ero bravo. Amavo il teatro a scuola. Oltre al calcio, è qualcosa che mi sarebbe piaciuto fare. Dovevamo creare una scena, me ne ricordo una in cui un ragazzino era vittimo di bullismo. Ovviamente io ero il bullo perchè ero un ragazzo grande“.

Il suo idolo: Didier Drogba

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Anche in gioventù era seguito dall’Arsenal, ma la scelta dei colori Blues è legata soprattutto a Drogba: Tammy ha sempre voluto seguire le sue orme e quando ha mosso i primi passi nelle giovanili del Chelsea, l’ivoranio era all’apice della sua carriera: “Ricordo che stavo camminando fuori dall’Academy e avevo freddo. Didier mi ha visto, mi ha preso in macchina e mi ha lasciato al campo di allenamento. Avevo otto o nove anni“.

Da quel momento Abraham non si ferma più: arrivano due vittorie consecutive nella UEFA Youth League e poi l’esplosione con la maglia del Bristol City, quando nella stagione 2016/17, ha realizzato 26 gol e 4 assist in 48 presenze tra Championship, FA Cup e EFL Cup.

 

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Numeri che gli valgono la prima chiamata in Premier League con la maglia dello Swansea: l’impatto con il campionato è buono, ma i 5 gol e 2 assist realizzati in 31 presenze non convincono il club di Abramovich a riportarlo alla base. Per il ritorno a Londra deve aspettare un ulteriore anno, e soprattutto segnare con la maglia dell’Aston Villa, ancora una volta in Championship, 26 gol in 40 partite.

Il ritorno alla base

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Pupillo di Frank Lampard, appena tornato allo Stamford Bridge per Abraham l’avvio è schock: sbaglia il rigore decisivo contro il Liverpool in Supercoppa Europea (proprio come Lukaku nel 2013 contro il Bayern Monaco) ma non si scoraggia: due doppiette e una tripletta nelle prime cinque giornate di campionato, un impatto importante con l’attaccante che chiuderà la stagione con 18 gol e 6 assist in 47 presenze.

Numeri simili rispetto a quelli ottenuti nella stagione appena conclusa, con il numero 9 dei Blues che è sceso in campo in 32 occasioni, diverse delle quali da subentrato, e ha realizzato 12 gol e 6 assist.

Nigeria, Inghilterra e religione

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Il padre è nigeriano (e gestisce la sua carriera e quella del fratello Timmy, che gioca in League Two) e in passato il presidente della federazione calcistica nigeriana ha dichiarato di poter convincere Abraham, che ha descritto come un figlio, a passare dall’Inghilterra alla Nigeria. Tammy ha però deciso di rappresentare la nazionale dei Tre Leoni con la quale non ha però giocato gli ultimi Europei, collezionando solo 6 presenze ed un gol.

Molto legato ai valori cristiani, la sua bio Instagram dice: “Un figlio di Dio che gioca a pallone“. Una fede appresa fin da piccolo dai genitori. In Serie A ritroverà da avversario anche Tomori, amico e compagno con cui è cresciuto nelle giovanili per 10 lunghi anni.

Nonostante la giovane età ha già segnato 125 reti in 266 presenze in carriera: i dati parlano chiaro, con quasi un gol ogni due partite Mourinho e la Roma hanno trovato un finalizzatore per la rosa che potrebbe non far rimpiangere la partenza di Dzeko.