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​​Cagliari, Melchiorri: “Il doppio infortunio al crociato è stata la partita più difficile della mia carriera”

“Forse sarò anche un esempio per gli altri, ma prima di tutto lo sono per me stesso”. Sono passati ormai tre mesi dal nuovo crack al ginocchio destro e dalla ricostruzione del legamento crociato anteriore e per Federico Melchiorri il peggio è ormai alle spalle. Due infortuni alla stessa gamba nel giro di sei mesi avrebbero steso chiunque, ma non “Fede“, che in carriera ha superato ben altre prove. Tuttavia, durante la trasmissione Il Cagliari in diretta di Radiolina, è lo stesso attaccante marchigiano a definire il doppio incidente al ginocchio “la partita più difficile della sua carriera”.

“Sto bene, il recupero sta procedendo al meglio e qui ho trovato l’ambiente ideale” – ha dichiarato Melchiorri – “Faccio un paio di allenamenti al giorno, in piscina o anche al Poetto. Con i ragazzi ci incontriamo negli spogliatoi, ma non posso stare con loro. In società mi sono stati vicini un po’ tutti, tra messaggi, chiamate, visite. Han Kwang Song? Sono la persona più curiosa di vederlo in allenamento. I compagni mi parlano benissimo di questo attaccante,non vedo l’ora di giocare con lui. Quando un ragazzo arriva in prima squadra è difficile che riceva tutti questi complimenti, ma lui non si è fatto attendere molto: al primo allenamento ha fatto un gol bellissimo, sotto l’incrocio. Mi piacere fargli da procuratore”.

In campo per ottanta minuti senza accorgersi dell’infortunio: “E’ strano. Ho preso una botta altredicesimo del primo tempo. Conoscendo l’infortunio non mi sembrava possibile che fosse di nuovo il crociato: sono stato in campo per ottanta minuti.Il giorno dopo ginocchio gonfio, risonanza magnetica e mi dicono che forse era di nuovo il crociato. Tra dicembre e gennaio ho sperato di non dovermi operare. Svegliandomi dopo l’anestesia ho guardato le gambe per capire se l’avevo scampata o se era tutto vero. Sapevo peròcome affrontarla. A Villa Stuart durante la giornata ci sono pochi tempi morti. Dalle 9 del mattino alle 6 di sera si lavora. Con gli altri ragazzi, come Perin, ci aiutiamo a vicenda perpassare bene la giornata”.

La sfortuna, compagna sgradita da tempo: “Mi è stato molto vicino Daniele Dessena, mi ha accompagnato mentalmente e si è sentito male per me. Abbiamo passato un’estate assieme per superare i nostri gravi infortuni. Ma una chiamata è arrivata da tutti. Sono sicuro di tornare a luglio, la do per certa questa data. Il secondo crociato alla mia età basta e avanza, non è il caso di forzare. Ricaduta? Nel mio caso è una sfortunata coincidenza. L’operazione precedente era andata bene, sono cascato nel 4% dei casi di ricaduta. La partita più difficile? E’ stato proprio ildoppio infortunio al crociato nel giro di sei mesi. Posso essere un esempio, ma prima di tutto devo esserlo per me stesso”.

Il 26 settembre la pagina più bella della sua favola: “Gol contro la Sampdoria? E’ il simbolo deI sogno che si realizza, il momento che non potresti mai aspettarti. L’infortunio è forse la parte più brutta dello sport, poi arriva il riscatto, la rivincita, quasida film: il primo gol in serie A. Momenti che ti ripagano di tutti i sacrifici, che ti fanno emozionare, che ti fano amare il calcio. La scena più bella di quella sera non è la rete, i tre punti, la vittoria, ma l’abbraccio di tutti i miei compagni: Sau, che era uscito per farmi posto, è stato il primo. Il gruppo era felice non perché avevamo battuto la Sampdoria, ma per me, per quello che mi era successo”.

Qualche curiosità: “Come ho iniziato? Con il calcio, poi ho iniziato a studiare. Ruolo? Sono più una seconda punta che una prima punta, mi piace “gironzolare” per il campo e far salire la squadra. Giocatore più forte con il quale ho giocato? Tanti, e quest’anno c’è l’imbarazzo della scelta. Borriello si presenta con un certo tipo di pubblicità, ma bisogna ammettere che ha delle qualità incredibili, ha un grandissimo fiuto del gol. Sono rari i casi in cui un giocatore arriva e dà il 100% da subito”. Rapporto con l’ambiente: “Sto rendendo meno di quanto ci si aspettava a causa di questi infortuni, posso solo ringraziare questa città, questi tifosi e questa società. Se non mi fossi infortunato comunque non penso che sarei arrivato in Nazionale“.