Braida: “Pogba? Certe cifre mi sconvolgono, nessun giocatore le vale”
“Il Milan è dentro di me, come potrebbe essere diversamente?”. Ventisette anni rossoneri per Ariedo Braida, che per molti è il vero artefice dei successi dei milanesi. Sue tante intuizioni geniali che hanno portato il Milan nel tetto del mondo. E, forse non casualmente, da quando il dirigente friulano ha deciso di lasciare “Milanello” le cose in casa Milan sono andate piuttosto male. Nessun rancore per Braida: “Ringrazierò sempre il presidente Berlusconi e Adriano Galliani. Adesso posso dire che mi piacerebbe che tornasse a essere “il” Milan, quello che il mondo conosceva. Siamo stati un modello da seguire, il Milan è uno dei marchi di maggior impatto mondiale nel calcio e chi ha comprato il Milan ha pagato il passato. Ora mi auguro che pensi al futuro. A me piace parlare di futuro”. Ora tutti gli sforzi sono concentrati sul Barcellona: “Qui la pressione è sempre la stessa, la rivalità con il Real Madrid è la stessa ogni anno. Come al solito il Barça partirà per vincere tutto, anche se non saprei dire sia l’obiettivo principale. Certo, la Champions è il trofeo più importante per la sua visibilità”.
Intanto Dani Alves ha deciso di lasciare il club spagnolo: “E’ un campione. Ha personalità, tecnica, sa gestire la palla, giocare da solo e per la squadra. A Barcellona era amato e lui ama il club e la città, ma voleva mettere alla prova se stesso, dimostrare di saper stare ancora al top. La Juventus ha preso un grande giocatore”. Pogba era un obiettivo anche del Barcellona: “Perché non lo abbiamo più cercato? La ragione economica mi pare più che sufficiente. E Pogba saprà farsi valere a Manchester, il suo valore tecnico non si discute, però a ogni partita, se non la giocherà al massimo, ci saranno critiche. La gente leggendo certe cifre penserà che deve vincere anche da solo e questo non è possibile. Ma certe cifre sconvolgono. Nessuno le vale. Tutti i giocatori sono ipervalutati. Quando si arriva a certi livelli il distacco dalle cose normali è veramente troppo. Si parla di un’operazione da 150 milioni, salario escluso. Come ci si sente a essere supervalutato? Forse non ci pensi, altrimenti non giochi più. La pressione dev’essere enorme”.
L’Inter ha scelto De Boer: “E’ un ragazzo che ha girato il mondo e ha fatto esperienze che creano una mentalità aperta, anche se non conosce molto il calcio italiano credo che farà bene. Io glielo auguro. Rinus Michels, Cruijff, Van Gaal: De Boer è allievo di questi, pensare a lui mi fa pensare all’Ajax e al modo di fare calcio del club. Un modo che ha trasmesso al Barça, e l’eredità dei maestri resta”. Premier sempre più italiana: “Conte potrà avere successo in Inghilterra se saprà trasmettere la stessa carica che ha trasmesso alla Nazionale. Gli auguro di non aver problemi con la lingua, perché lui deve prima di tutto comunicare la sua ossessione di vincere e combattere: il resto verrà da solo. Vorrei fare i complimenti a Ranieri, che si è costruito la carriera girando il mondo. La scuola di Coverciano ha dimostrato di essere la migliore”.
Pronostico sulla prossima serie A? “Sembra talmente scontato… La Juve è fortissima, ma il calcio è strano e vincere sei anni di fila non è facile. Però la Juve è davanti a tutte. La perdita di Pogba è importante, ma la società ha saputo intervenire sul mercato con ottimi acquisti. Pjanic, Pjaca, e poi Dani Alves, e Higuain. E’ proprio una squadra forte, ma d’altra parte per vincere non bisogna avere neppure un punto debole. Sulla carta la Juve è superiore a tutte. Manca un ultimo ritocco, un centrocampista, visto anche che Marchisio è infortunato. Champions? Può stare fra le prime, ma io spero che la Champions League torni a Barcellona. Pjanic alla Pirlo? E’ un’idea, ma Pjanic fa tanti gol e giocando lì è un po’ lontano dalla porta. Qualcosa si perde, anche se potrebbe sempre fare gol su punizione: le calcia come Zico. Non posso dire come Messi perché Messi è mancino. Ma fra i destri Zico è stato il numero uno”.
Vincere il sesto scudetto di fila non sarà facile per i bianconeri: “Roma e Napoli sono lì. L’effetto Spalletti sulla Roma è stato molto buono: ha portato quella serenità di gruppo che forse prima mancava. Conoscendo l’ambiente ha saputo trasmettere gli stimoli giusti. Non ha messo in discussione Totti il campione. Ha messo in discussione Totti per stimolare tutti e il gruppo lo ha ascoltato. Anche per la prossima stagione la Roma riparte con buone chance di mettere in difficoltà la Juve”. Se potesse scegliere un paio di giocatori di serie A Braida porterebbe in Spagna due juventini: “Dybala. E Buffon. Allenatore? Di Francesco. E’ vero, lavorare in un ambiente tranquillo come Sassuolo aiuta, ma mi piace la sua idea di calcio, il gusto del possesso, le trame interessanti. Si vede la sua mano e non sempre succede. Credo che il suo calcio piacerebbe anche qui”. In chiusura d’intervista il dirigente friulano chiude le porte a un ritorno in rossonero: “Non si torna mai dove si è stati bene. Adesso mi godo Barcellona”.