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Bologna, che impresa al Viareggio: le storie degli eroi rossoblù

Il Bologna è tornato a vincere il Viareggio a 52 anni dall’ultima volta. Dalla grinta di capitan Mazza ai gol di Cossalter. Poi le parate di Fantoni, le geometrie di Stanzani e Militari: alla scoperta degli eroi rossoblù

“La coppa è più alta di Mazza mister!”. Urla, cori. Finché la voce resiste è vietato smettere di festeggiare. Nello spogliatoio del Bologna i decibel sono al massimo. Si scherza anche sulla statura di Leonardo Mazza. Il capitano ha tante qualità, fra queste però non c’è l’altezza: “Anche se alla fine è diventata un punto di forza”. Lo dice guardandoti negli occhi. Profondamente, tanto da metterti quasi in soggezione. 170 centimetri di gol e qualità. Di corsa e cuore. La coppa pesa fra le sue braccia ma non la molla mai. Sa quello che ha dovuto affrontare con i suoi compagni, tutte le difficoltà e le umiliazioni.

Sì, perché il Bologna oggi è la prima squadra della storia a vincere il Viareggio partendo dalla Primavera 2. Dove domina incontrastata e dove gli mancano quattro punti alla promozione in A. Solo due partite perse in stagione, una macchina da guerra. Un leone che solo un anno fa era un agnellino: retrocessione, appena sette vittorie in 35 partite. Un tunnel senza fine.

Mazza è al Bologna da tredici anni. Lui, nato in centro, ha quei colori come seconda pelle. Indossa la fascia al braccio: “Ma prima della partita c’era poco da dire se non di mangiarsi l’erba” Racconta. Torreira, Xavi e Iniesta gli idoli, un rapporto speciale con mister Troise: “Mi allena dall’Under 17. Mi ha spostato sempre più in basso – scherza – prima o poi mi metterà in porta”. Si è innamorato del calcio grazie al padre, che nel 2017 lo porta ad Atene per Milan-Liverpool. Da lì un viaggio bellissimo.


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Anche Leonardo ha calciato il rigore. Il più delicato, perché era il quinto: “A fine allenamento ci fermiamo sempre per provarli”. Si è visto, perché al Bologna è andata bene anche contro il Bruges. Finché segni va bene. Ma per vincere gli avversari devono sbagliare. O meglio, il tuo portiere deve parare. Tommaso Fantoni si è allungato sui rigori di Adamoli e Petrovic. Il primo a saltargli addosso è stato il suo allenatore dei portieri, un certo Pagliuca: “Perché sa che i rigori non sono il mio forte” Sorride con il trofeo di miglior portiere del torneo fra le mani. Il suo maestro glielo dice sempre: “Prendi un gol? Bene, mettiti tutto alle spalle”. Tommaso gli ha dato retta, scacciando dalla testa la rabbia per un paio di palloni solo sfiorati. Il suo idolo è Cristiano Ronaldo, strano per un numero uno: “Ma sa essere atleta più di chiunque altro. Poi fra i pali mi ispiro a De Gea per il suo istinto e per la sua bravura con i piedi”.

La sua parata su Petrovic ha fatto urlare di gioia anche i grandi. Nell’infermeria di Casteldebole la prima squadra è impazzita di gioia davanti alla televisione. Anche Skorupski e Da Costa, con i quali Tommaso si allena quotidianamente. A fine partita è andato a festeggiare sotto la tribuna dove c’era tutta la scuola calcio del Bologna. Anche Thomas, il fratellino di Alex Cossalter. 18 e 15 anni, entrambi via di casa giovanissimi. Hanno lasciato Feltre per seguire il loro sogno in rossoblù. Con buona pace di mamma Sonia e papà Giorgio. Ala sinistra, suo il gol del pareggio. Un tiro da posizione defilata: “Ma che in realtà voleva essere un cross, parliamoci chiaro” Scherza nel post gara. Già, nel post. Perché nel pre era un po’ arrabbiato. Ha segnato tre gol in altrettante partite, ma il mister lo ha fatto partire dalla panchina. Poi entra e risolve tutto: “Perché bisogna sempre trasformare la rabbia in altro”. Lezioni di vita.


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Come quella di Leonardo Stanzani, centrocampista classe 2000. Lui che da bambino si era dato al pattinaggio a rotelle ma che poi ci ha ripensato. Della serie meglio tardi che mai. Ne sa qualcosa Militari, che ha un anno in più e un passato con Fiorentina e Cesena. Con la Roma, soprattutto, perché lui è nato lì e da ragazzino faceva il raccattapalle all’Olimpico nel mito di Totti. Tante difficoltà nel suo recente passato, poi l’arrivo in rossoblù la scorsa estate per 100mila euro. Un percorso simile lo ha fatto pure Lirim Kastrati, giovane kosovaro che è arrivato dalla Roma e che ha il compito di bloccare gli attaccanti avversari. Classe 1999, terzino o centrale all’occorrenza. In allenamento se la vede sempre con Kaloyan Krastev, attaccante bulgaro, il classico tipo da non far arrabbiare. Un passato allo Slavia Sofia, sette gol in 16 partite il bottino in campionato.


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Un’altra festa è già pronta, quella della promozione in Primavera 1. Intanto però: “Abbiamo fatto un po’ di casino. E domani a scuola chi ci va?” Ripetono tutti in coro. Pazienza, un’assenza non ammazza nessuno: “E i professori capiranno”. Le giustificazioni le firmeranno Bigon e Di Vaio, quasi commossi in tribuna: “Assente per impresa sportiva” Scriveranno sul libretto. Sì, Mazza e i suoi fratelli hanno scritto la storia.