Bologna, Mirante: “Buffon? E’ il Maradona dei portieri, ma io studio Reina”
Un piccolo paradiso, dopo l’inferno. Da Parma a Bologna, Antonio Mirante si è spostato di pochi chilometri, ma ha trovato un altro mondo. In rossoblù gli stipendi sono regolari, ci sono progetti ambiziosi e investimenti mirati. Tutta un’altra storia rispetto al Parma di Ghirardi:
“Ricordo ancora come un incubo l’esperienza di Parma” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Il fallimento, problemi che spuntavano ogni giorno, un senso di precarietà che ti consumava i nervi. Ecco perché condivido la strategia del patron Saputo. Lui è ricco, molto ricco, lo sanno tutti. Ma ha scelto di non buttare via i soldi e di costruire fondamenta solide per un Bologna che tra qualche anno sarà un modello di riferimento nel calcio italiano. Pensare al nuovo stadio, al nuovo centro sportivo, a strutture che restino nel tempo è importante come comprare dei campioni.Per non far saltare tutto per aria dobbiamo come minimo restare in serie A. Non siamo ancora pronti per inseguire un posto in Europa. Ma presto il Bologna sarà pronto per questo salto di qualità. È questione di un paio d’anni”
Mattia Destro potrebbe essere l’uomo in più del Bologna: “È un grande attaccante. Ora deve dimostrarlo. I suoi gol possono aiutarci ad alzare l’asticella. Durante il ritiro ho visto un giocatore che aveva occhi diversi. Più cattivo, più determinato. Il nuovo Destro può approdare anche in Nazionale. Masina? Sono sicuro che non si sarà fatto distrarre dalle voci di mercato. È un giovane che ha un grande futuro davanti. Per ciò che riguarda i nuovi arrivati, Nagy è un vero talento; Verdi ha una velocità d’esecuzione impressionante; Krejci ha la faccia da furbacchione. Donadoni? Il mister è uno che non ti molla un attimo, che ti obbliga a non staccare mai la spina. Lui ha ancora nella testa gli anni passati al Milan, dove ha vinto tanto e ha imparato tanto. Donadoni è il nostro fuoriclasse”.
E’ Reina, un po’ a sorpresa, il modello di Mirante: “Il mio obiettivo è continuare a crescere. Rubando qualche segreto a Pepe Reina, l’interprete migliore del nuovo modo di fare il portiere. Buffon? Gigi è un Maradona. Uno come lui nasce ogni cento anni. Però ha rovinato una generazione di portieri, perché di Maradona ce n’è uno e gli altri al suo confronto sembrano tutti normali. Gigi ha schiacciato con la sua classe e la sua bravura tanti portieri di talento. Eredi? Donnarumma è un talento. Mi colpisce la sua freddezza. Nonostante la giovanissima età non ha paura di niente. Mihajlovic ha avuto coraggio a scommettere su di lui. Il Milan aveva in rosa un tale Diego Lopez. Uno bravo. Non è stato obbligato a rischiare Donnarumma. Sinisa ha vinto una grande battaglia”.
Il portiere napoletano individua altri due possibili eredi: “Punto su Perin e Consigli. Ma bisogna permettere ai giovani di sbagliare. Soprattutto nel ruolo di portiere. E non bocciarli alla prima papera. Anche il mito Buffon ha commesso qualche errore in carriera. Inoltre c’è stato un periodo in cui tutti cercavano portieri all’estero. Era la nuova moda. Ma di stranieri veramente bravi ne sono arrivati pochi. Reina, sicuramente, magari Handanovic. Gli altri sono giocatori normali. Non più forti degli italiani”. Previsioni per la prossima stagione: “Sulla carta la Juventus è di un altro pianeta. Ma lo scudetto non si vince a tavolino. Bologna? Ci piacerebbe diventare la squadra simpatia del campionato. In attesa di diventare, tra qualche anno, una squadra temuta”.