Bologna, Mihajlovic: “Giocheremo per vincere. Destro? Se si allena bene, è titolare”
La conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic. Per l’ex Torino è un ritorno, quello sulla panchina del Bologna. Ecco le sue parole
Siniša Mihajlović riparte dove tutto era iniziato, dal Bologna. Proprio la squadra del presidente Joey Saputo era stata la sua prima avventura da allenatore, nel novembre del 2008, dopo il ritiro dal calcio giocato nel 2006. Ora torna dopo anni d’esperienza sulle panchine di Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino e della nazionale serba.
Un ritorno importante per aiutare il Bologna ad uscire da una situazione difficile di classifica e raggiungere quella salvezza sperata dalla società e dai tifosi. Sinisa, nella conferenza stampa di presentazione, si è dimostrato come sempre carico e pronto ad affrontare quella che sarà un’avventura complicata. Ecco le sue parole:
“Già dieci anni fa qui mi sono trovato molto bene. Ogni volta che parlo con i miei figli mi dicono che Bologna è la città dove si sono trovati meglio. Qui la gente è sempre gentile, brava e molto pronta ad aiutare gli altri. Sono stato bene nonostante qualche incomprensione con alcune persone, ma è acqua passata. Mi è rimasto un bel ricordo di questa città e società.
La mia idea iniziale era quella di andare all’estero, negli ultimi 6 mesi avevo avuto proposte dall’Italia per cominciare la stagione. Alla fine è arrivata questa proposta e avevo tanta voglia di lavorare. Sono convinto che questa squadra si possa salvare. È molto difficile ma sono fiducioso e ne sono certo. Ho parlato con la squadra, bisogna fare tutto in fretta: ho chiesto grande disponibilità e concentrazione per mettere subito in pratica ciò che dico loro.
Con l’ultima partita è stato toccato il fondo e ora possiamo solo crescere. Dobbiamo restare sereni e fare le cose per bene, infondere fiducia e coraggio perché a me piace giocare per vincere e mai per non perdere. Voglio un rapporto leale con i miei giocatori. Il primo passo è stato fatto, ora bisognerà lavorare gradualmente giorno per giorno. Ho spiegato loro ciò che mi aspetto.
Mercato? Non mi piace parlarne, io ho già parlato con la società e loro sanno se e come sarà il caso di intervenire. Chiaramente per me che arrivo, a due giorni dalla fine del mercato, è diverso. Ciò che si vede da fuori non è sempre quello che poi si riscontra ogni giorno in allenamento. Se ci dovesse essere bisogno di qualcosa, faremo il possibile per farla. In cosa sono cambiato rispetto a 10 anni fa? Sicuramente è migliorato il carattere, ora sono più riflessivo. Sono 10 anni che alleno e ho cambiato molto del mio modo di giocare e fare con i giocatori, sono contento della mia carriera. Qualche volta sono stato esonerato, forse a volte sono andato in società complicate. Di certo ho fatto meglio dei miei predecessori e chi mi ha succeduto ha fatto peggio: è stato sempre così.
Sporting? Hanno voluto fare un dispetto al precedente presidente, io se firmo un contratto lo faccio con una società e non con un presidente. Avevo voglia di cambiare, nonostante ci fosse qualche difficoltà. Mi ha fatto male perché non c’entravo nulla, ero andato lì con i migliori propositi. La decisione di venire a Bologna? Ci siamo trovati subito, Fenucci mi ha contattato a telefono e ne abbiamo parlato. Avrei preferito venire prima, ma questa situazione mi piace perché è difficile e le cose facili non mi sono mai piaciute. Quando ho capito di potercela fare, ho accettato subito e ci credo davvero. Saputo? L’ho conosciuto ieri, mi sembra un presidente umile e bravo, non mi è mai capitato di incontrarne così. Se non dovessimo farcela mi dispiacerebbe molto per lui“.
Qui ritroverà Soriano, esploso con lui alla Sampdoria: “Soriano può fare l’interno di centrocampo come il trequartista e qualche volta l’ho messo trequartista in un 4-3-3. Possiamo cambiare modulo durante la partita senza cambiare nessuno. Destro? Gli ho parlato oggi, mi sono informato su di lui: per me è incredibile che un giocatore con le sue qualità non riesca a giocare. Gli ho detto ciò che mi hanno riferito su di lui. Nel mio modo di vedere il calcio lui sarebbe ideale, ma dipende molto da lui. Mi ha fatto un’ottima impressione e mi ha detto che nessuno gli aveva detto cose di questo tipo. Io sono un tipo schietto e dico le cose come stanno: se si allena bene, per me, è titolare.
Messaggio ai tifosi? Spero che ci stiano vicino ma sono consapevole che dobbiamo essere noi a farli applaudire. Se vedranno una squadra coraggiosa, che gioca per vincere, sicuramente sarà tutto diverso. Credo che in generale ci siano sempre stati vicino, se hanno fischiato è stato solo dopo le partite“.
E sulle differenze tra questa squadra e quella che allenò 10 anni fa dice: “In quella squadra c’era Di Vaio che era capocannoniere, Ventola che sembrava un fenomeno in allenamento e poi quando lo mettevo in campo pensavo “ma come c***o è possibile che giochi così”. Poi avevo Marazzina che era forte ma non giocava spesso, Adailton… un altro che in allenamento sembrava un fenomeno e invece in partita non era lo stesso. Questa squadra qualitativamente vale di più della posizione in cui si trova, ed è meglio di quella di 10 anni fa“.