Ai quarti senza vittorie, 9 anni dopo il flop in Angola: alla scoperta del Benin
Coppa d’Africa, terreno di grandi storie e piacevoli sorprese: è stata una costante di ogni edizione e non poteva fare eccezione l’anno in cui il Paese ospitante è cambiato a pochi mesi dall’inizio del torneo e il format è passato da 16 a 24 squadre.
Eppure nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere arrivare così avanti il Benin, una delle nazionali che nella sua storia non ha ancora vinto una partita in una fase finale. E continua a non farlo, solamente che questa volta avanza di turno in turno, guadagnandosi il riconoscimento di vera sorpresa del torneo delle sorprese. Li chiamano gli “Scoiattoli”, animale simbolo delle arrampicate complicate dal basso verso l’alto, il paradigma dell’obiettivo del Benin nel mondo del calcio.
Sono 13 le partite giocate in Coppa d’Africa nella sua storia: nessun successo e appena cinque pareggi, di cui quattro arrivati in quest’edizione. Pari che questa volta valgono di più: hanno portato il Benin fino ai quarti di finale, dove affronterà una delle favorite assolute di tutta la competizione, il Senegal, dopo aver eliminato un’altra big come il Marocco.
E pensare che nel 2010, anno dell’ultima partecipazione in Coppa d’Africa, la situazione era ai limiti del disastroso. Il Benin uscì con un solo punto dal torneo (2-2 col Mozambico) e dopo l’eliminazione vennero cacciati dalla nazionale diversi giocatori oltre che l’allenatore Michel Dussuyer, rei di non aver onorato la bandiera. Infatti molti giocatori del Benin non si presentarono all’udienza del Presidente della Repubblica prima della partenza per l’Angola e questo fatto fece infuriare il governo che ordinò alla federazione di fare piazza pulita.
In nove anni le cose sono decisamente cambiate, perché se è vero che il Benin continua a non vincere alcuna partita, c’è da sottolineare che non ha ancora perso, e per il momento va bene così. Merito anche di uno dei personaggi più simbolici della squadra, il portiere Saturnin Allagbé, uno che in realtà in porta non doveva neanche esserci. Prima di tutto perché nato in Mauritania, ma la provenienza beninese dei genitori gli ha fatto scegliere la maglia degli Scoiattoli: Allagbé è partito come portiere di riserva ma si è ritrovato titolare alla terza giornata del girone per via dell’infortunio di Farnolle che gli ha permesso di diventare l’eroe della sfida col Marocco.
Tante grandi parate più il rigore preso a En-Nesyri nella serie finale. Da riserva a eroe nazionale, altro che i dissidi col governo del 2010. Così come un altro idolo è Sessi D'Almeida, centrocampista capace di vincere la sfida della #BottleCupChallenge, uno dei giochini estivi social in voga quest'anno.
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Ora gli Scoiattoli affrontano il Senegal per provare ad avanzare nella loro scalata della montagna, l’unica dove si può avanzare anche senza vincere.