Benassi racconta la sua Fiorentina: “Siamo giovani e ambiziosi. Con Pioli possiamo puntare in alto”
Ad appena 23 anni, Marco Benassi le ha viste di tutte i colori: ha giocato in Europa con Inter e Toro, in granata ha indossato la fascia di capitano, assegnatagli poi anche in Nazionale Under 21, e fuori dal campo è già papà di due figli. Già, davvero di tutte i colori: gli mancava giusto… la Viola. Dove è arrivato quest’estate per 9 milioni di euro, tra i dubbi di chi si chiedeva dove avrebbe giocato nel modulo di Pioli: “Quando l’anno scorso, a metà stagione, Mihajlovic passò al 4-2-3-1, mi disse chiaramente che, per lui, diventavo una seconda o terza scelta. Ho rispettato le sue idee -ha dichiarato il centrocampista in un’intervista a “La Nazione” -. Poi, appena è arrivata la proposta della Fiorentina, ho accettato subito”. Ed ecco ancora il 4-2-3-1: “Pioli lo intende in modo diverso da Miha. In fase offensiva, ci scambiamo spesso le posizioni in campo: abbiamo lavorato molto su questo aspetto durante la sosta.” Un ruolo perfetto per Marco, che, quest’estate, entrato nel vivo della trattativa, fu chiamato da Pioli: Mi disse che voleva sfruttare le mie capacità di aggredire gli spazi in attacco. L’idea mi piacque subito, sono qua anche per questo”.
Schierato trequartista contro Inter e Samp, nelle prime due uscite non si è vista una grande Fiorentina: “Abbiamo sbagliato l’approccio con la partita. Siamo andati tutte e due le volte sotto di due gol. Dal secondo tempo contro la Samp, però, è cominciata un’altra storia. E non dite che con l’Hellas non abbiamo avuto meriti: abbiamo fatto cinque gol.” A Firenze, Marco ha trovato una squadra giovane e con tanta voglia di fare: “Pioli ci ripete che a vincere è il gruppo. Siamo tanti giovani e abbiamo entusiasmo, remiamo tutti dalla stessa parte. C’è una bellissima aria dentro lo spogliatoio”. Ambiziosi, giovani e bravi: Corvino ha costruito una squadra di ragazzi che puntano ad arrivare in alto insieme alla loro Fiorentina: “Crediamo tutti che con Pioli possiamo far bene, puntando magari anche all’Europa. Vogliamo diventare una grande squadra, ce la giocheremo con tutti e scenderemo sempre in campo per vincere: pressing alto ed aggressività per provare a fare male”.
Fiero delle sue scelte, Marco è stato coraggioso: ha lasciato Torino, la squadra dove è cresciuto, per trasferirsi in una Fiorentina rivoluzionata dall’ultima sessione di calciomercato: “In granata ho dato tutto e credo di essermi comportato sempre in modo professionale. Avevo un bel rapporto con i compagni, che scelsero di affidarmi la fascia da capitano. Ho commesso qualche errore forse nella prima stagione, ma avevo 19 anni. Mi dispiace che, dopo la presentazione con la Fiorentina , alcune mie parole siano state male interpretate: fortunatamente, con Mihajlovic avevo già parlato di persona. Per quanto riguarda le tante cessioni estive della Viola, invece, vi confesso che sono state uno stimolo in più: ho firmato quando in pratica anche Kalinic era in partenza. Volevo un gruppo nuovo e ambizioso per rimettermi in gioco”. Come lui, tanti altri hanno scelto la Fiorentina con l’obiettivo di crescere ancora. Giovanni Simeone, lo scorso anno al Genoa, dovrà occuparsi di fare gol. E ne dovrà fare tanti perché, lo scorso anno, Benassi si era abituato a mister 100 milioni: “Il Gallo è uno dei miei migliori amici, ragazzo splendido. Ogni tanto mi diceva ‘Ti rendi conto?! Cento milioni!”. Cifre incredibili. Di sicuro, lui e il Cholito hanno la stessa voglia di aggredire il gioco e la palla, non mollano un centimentroi. Li vedo simili anche quando attaccano la profondità”.
Cresciuto a Modena, Benassi è andato via dalla sua città a soli 15 anni, quando già era fidanzato con Giusy, oggi sua moglie e madre dei suoi due figli. Insomma, un tipo che si distingue da tanti altri calciatori: “Vedo alcuni giocatori presuntuosi, con atteggiamenti che non mi piacciono. Diventare padre così giovane non è solito per i calciatori? Io ho sempre voluto diventare padre in giovane età. E’ stata la migliore scelta che abbia fatto.” Guai, però, a tornare a casa parlando di calcio: “Mio figlio Alessandro già gioca con addosso le maglie da calcio. Mia moglie è circondata da calciatori… poverina! Mi concede di guardare solo le partite più belle in tv”. Quando gioca il Barca, però, fategli godere Iniesta, il suo idolo: “Roba di un altro mondo“. Come quello che, con il sorriso, Marco ha trovato Firenze, pronto per rimettersi in gioco.