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Jude Bellingham, è esplosa una stella. “Numero 10? Puoi essere di più”

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Jude Bellingham ci aveva già provato nel match d’andata contro il Manchester City, con un gol regolare annullato dall’arbitro Hategan senza neanche aspettare l’eventuale consulto del Var. Con un rapido tocco di punta aveva anticipato il rinvio di Ederson e stava per appoggiare a porta vuota quando l’arbitro rumeno ha fischiato un fallo.

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Stavolta invece niente scuse, ce l’ha fatta. Il suo gol al Westfalenstadion ha aperto le marcature e ha illuso il Borussia Dortmund per 55 minuti di poter raggiungere le semifinali di Champions League. Tutto questo prima di compiere 18 anni.

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Lo ricorda anche il profilo twitter del club tedesco, Jude Bellingham ha 17 anni. Non può ancora guidare la macchina e magari sarà tornato a casa in taxi come Pedri, ma è già un giocatore devastante. Nonostante l’età, nella sua giovane carriera non è mai mancata la personalità. Lo si è visto in campo, quando in un quarto di finale di Champions si è spostato con calma la palla dal sinistro al destro in area di rigore per poi aprire la traiettoria e renderla imprendibile per Ederson.

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Stesso carattere mostrato nell’esordire con il Birmingham a 16 anni e 38 giorni, diventando il giocatore più giovane a giocare con la maglia della sua città. In una sola stagione con i Blues 4 gol e 3 assist in 41 presenze. Troppo per non aprirgli orizzonti illimitati.

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E qui torna il discorso della personalità, per un inglese come lui le sirene delle big della Premier League potevano suonare irresistibili, invece Jude fece la scelta più corretta per la sua carriera. Volando a Dortmund, ragionando come Haaland (che è incredibilmente 3 anni più vecchio di lui), per fare uno step intermedio e crescere nell’ambiente giusto.

Scelta azzeccata. Lo ha dimostrato anche la serata di Champions, che ha permesso a Bellingham di fare il salto di qualità definitivo nella sua giovane carriera. Il momento giusto per segnare il suo primo gol in Champions, diventando tra l’altro il secondo calciatore più giovane a segnare nella fase ad eliminazione diretta della competizione, dietro a Bojan ai tempi del Barcellona.

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Ha sempre indossato il numero 22, consigliato dal direttore del settore giovanile del Birmingham Mike Dodds. Prima di esordire in prima squadra gli disse: “Dandoti il numero 10, ti faremmo un dispiacere, tu puoi essere di più. Abbiamo pensato a te come un centrocampista davanti alla difesa, un 4. Ma anche un box-to-box, ovvero un 8. Ma soprattutto un creatore di occasioni e di gol, un 10”. Allora la somma dei tre ruoli e dei tre numeri non poteva che essere 22. E da questa stagione, molti ragazzini vorranno indossarlo imitando le sue gesta.

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La stessa maglia numero 22 che il Birmingham ha ritirato, prendendosi anche le ironie del pubblico per aver tolto la possibilità di vestire quel numero, riservandolo a chi ha giocato una sola stagione con i Blues, per lo più a 17 anni. Il Birmingham invece non ha avuto dubbi: “Bellingham è uno di noi. La 22 è diventata un sinonimo di Jude e ispirerà gli altri”. E il classe 2003 ha risposto: “Avrete sempre un posto speciale nel mio cuore”. Chissà se un giorno tornerà, magari da eroe pluridecorato, a casa.

Ora è inutile pensarci, bisogna pensare al presente più immediato, che significa lotta per un posto nella prossima Champions in campionato e il sogno della convocazione di Southgate per gli Europei. Per arrivare in semifinale di Champions invece ne avrà di occasioni, è solo all’inizio.

Molto semplicemente il futuro è di Jude Bellingham, che fa bene ricordarlo di nuovo, ha soli 17 anni.