Barreto affonda il Torino: un grazie a Giampaolo e quell’addio sfiorato…
Angolo di Fernandes, sponda di Silvestre, controllo in area e girata a fare esplodere Marassi: i novanta minuti del Ferraris, quelli del primo ritorno (in campionato) a Genova da avversario di Sinisa Mihajlovic, della sfida a distanza tra Luis Muriel e Andrea Belotti, dell’ex cresciuto nelle giovanili granata Quagliarella e della lunga rivalità tra le due tifoserie l’ha decisa lui, Edgar Barreto. Secondo gol in campionato per il numero otto blucerchiato dopo quello all’Atalanta, rete da attaccante vero per il centrocampista ex Palermo a stendere il Torino. Proprio lui, che questa partita ha anche rischiato di non giocarla. “Potevo andarmene, ma io volevo rimanere per due motivi: primo, perché ho firmato un contratto triennale e lo voglio rispettare fino in fondo. – le parole dell’uruguaiano solo poche settimane fa – Il secondo? Perché da riscattare c’era lo scorso campionato, giocato molto al di sotto delle mie possibilità'”.
Eh già, perché Edgar arrivato da Palermo a parametro zero con tanto di lite Ferrero-Zamparini per il passaggio in blucerchiato – “Avrei preferito farmi trattare meglio (il mancato rinnovo portò alla perdita della fascia da capitano e del posto in campo), a Palermo avevo giocato tanti anni, ma il calcio è questo e bisogna accettarlo“ – al primo anno maglia del Doria sulle spalle ha tutto meno che brillato. “Ero anche partito bene, ma dopo il cambio di allenatore (da Zenga a Montella) non siamo riusciti a esprimere al meglio le nostre possibilità e ci siamo ritrovati a fare un campionato di sofferenza”. Salvezza raggiunta a poche giornate dalla fine della stagione, nel mirino per un’annata nata storta e chiusa peggio (ko nel derby e ultima a Torino con la manina della Juventus) ci finisce anche lui. In estate l’idea di salutare, in anticipo. A fine giugno l’arrivo di Giampaolo, che lo vede. Lo prova, lo riprova. Lo stimola, e alla fine lo blinda.
Prima giornata a Empoli. La seconda (con gol) a Bergamo. Terza a Roma. Edgar sempre in campo, e così fino ad oggi. Da oggetto misterioso a pedina fondamentale della nuova Sampdoria targata Giampaolo, nel pomeriggio gelido del Ferraris chiamata a fermare la corsa di un Torino lanciato a tutta velocità verso le zone alte della classifica. Tre vittorie consecutive, sesto posto e tanta voglia di continuare a stupire per il Gallo e compagni. Nonostante tante occasioni (traversa di Falque dopo soli tre minuti, decisivo Puggioni su Liajic e Belotti) e il gol (annullato per fuorigioco di Lopez) a fine gara però il Toro è costretto a fermarsi. Ci pensa lui, ‘quello’ che oggi non doveva nemmeno esserci. Invece c’era, e quanto si è visto. Corsa, tanti palloni recuperati, e il gol. Controllo, girata da attaccante vero e palla alle spalle di Hart, a sbloccare una partita dai ritmi altissimi e dal grande spettacolo. L’ultimo, il quarto gol della stagione (tra campionato e coppa) del talentino di casa Samp Patrick Schick. All’ultimo secondo, quando a far scoppiare la festa della Sud ci aveva già pensato Barreto. Finisce 2-0, Toro è ‘matato’. La Sampdoria invece sembra volersi non fermare più.