Bari-Venezia, un ponte millenario sull’Adriatico
Gabriele Ragnini 25 Novembre 2023Bari e Venezia si sfideranno al San Nicola per la partita di Serie B, ma circa 1000 anni fa condivisero una storia ancora presente nei ricordi delle due città

Altruismo e fratellanza: le memorie della liberazione conservate per la Puglia
Se Bari fu sempre considerata come una città d’assedio per i popoli orientali, lo stesso non si può dire per Venezia, tra le più grandi potenze marittime – coloniali ed economiche. E la forza di quel popolo era tutta nel rispetto e nell’altruismo, qualità che i baresi (all’epoca bizantini) apprezzarono fin da subito. Prima di tutto i veneziani, consci del potenziale militare di quella che sarebbe diventata 85 anni dopo la terra di San Nicola, coccolarono la città e i suoi abitanti. Dopo mesi di assedio, Bari ricevette una notevole quantità di viveri, e le sue truppe vennero messe al sicuro. Il successivo 18 ottobre, la città pugliese vinse finalmente la battaglia contro i bizantini – un’impresa impossibile senza l’aiuto dei veneziani – e fu resa ai saraceni.

Le testimonianze di riconoscenza da parte dei baresi sono incise ancora oggi in una spelonca sull’isolotto di Sant’Eufemia, di fronte al porto di Vieste, dove la flotta veneziana sostò in attesa di assediare l’emirato arabo. “Entrò in questo porto Messer Pietro, Doge dei Veneziani e dei Dalmati, con cento navi pronte alla guerra contro i Saraceni che opprimevano Bari e combatté contro quelli: alcuni aveva ucciso, altri aveva messo in fuga…”.
E a Bari cosa è rimasto? Al centro di un triangolo immaginario composto dalla Basilica di San Nicola, la Cattedrale e il Fortino di Sant’Antonio, nella città vecchia c’è la Chiesa di San Marco dei veneziani, costruita su una struttura bizantina. Ricordi su pietre ed incisioni, come quella in via delle antica Mura, dedicata proprio a Venezia, che per ricambiare diede il nome “Bari” alla banchina dei magazzini generali. E nel capoluogo pugliese le loro colonie hanno vissuto per centinaia di anni: a testimonianza di ciò sono presenti tra le vie baresi tanti edifici in stile veneziano, come il Palazzo Fizzarotti. Se da una parte la “Vidua Vidue” barese – storicamente inaugurata ogni anno proprio in via Venezia dopo tre colpi di cannone – è stata cancellata dopo più di nove secoli nel 1968, per poi tornare in chiave diversa nel 2014, la festa della Sensa è ancora oggi un punto di riferimento della tradizione popolare di Venezia.

Bari-Venezia, 1000 anni dopo
È trascorso appena più di un millennio e questa volta Bari e Venezia si incontreranno di nuovo. Non su un campo da guerra, dove sono stati fratelli, ma su quello dello Stadio San Nicola, dove si daranno ancora battaglia, come accaduto la scorsa stagione. Una situazione che si è ribaltata rispetto a pochi mesi fa: questa volta è la squadra di Vanoli a inseguire il sogno di una promozione diretta, trovandosi al secondo posto, a soli due punti dal Parma capolista. Insegue, invece, il Bari di Marino, costretto a fare i conti con un avvio di campionato a rilento. Dopo gli 8 punti ottenuti nelle ultime quattro partite, la sfida al Venezia potrà dire molto sulle ambizioni dei biancorossi. Già 19 anni fa i due club si incontrarono in un crocevia fondamentale, diventato negli anni un capitolo importante della loro storia: i playout di Serie B della stagione 2003/04, quando nel doppio incontro andata e ritorno il Bari fu condannato alla retrocessione in Serie C, venendo successivamente ripescato.

Il mare divide e unisce. È ciò che è accaduto ai due popoli, prima ancora che ai due club. Geograficamente distanti, ma legati da una storia millenaria di tradizioni, rispetto e riconoscimento. Quello che Bari ha per Venezia questa volta verrà messo da parte: ci sono obiettivi da raggiungere, prima di tutto per le rispettive piazze, discendenti proprio da quelle popolazioni. Da qualche parte, però, tra i tanti cori e inni del San Nicola, forse una voce riecheggierà ancora: “la vì, la vì”.
Fonti:
Bari, la Puglia e Venezia (V. Bianchi, C. Gelao)
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