Bari-Foggia, il derby di Galano: “Se segno non esulto”
“Se segno non esulto. Sono foggiano ed innamorato della mia città. Però, sono arrivato a Bari da bambino. Ho ricevuto affetto, supporto a coronare il sogno di diventare calciatore. Perciò, mi sento un figlio adottivo di Bari”. Parole e musica di Cristian Galano, postate sui social a meno di 72 ore: quella di domenica 26 novembre per lui non sarà una data come le altre. Nato a Foggia 26 anni fa e simbolo del Bari 2017/2018 guidato da mister Fabio Grosso, affronterà per la prima volta in biancorosso il suo passato, che quest’estate non è diventato il suo presente grazie alla resistenza del Bari: cresciuto nella Gioventù Foggia, è un “galletto” (soprannome della formazione del capoluogo pugliese) da ormai tre lustri. Nella bella stagione il suo nome è rimbalzato più volte tra il Mar Adriatico e la Capitanata: oggetto dei desideri del presidente foggiano Fares e dell’ex direttore sportivo Di Bari, è stato definito a più riprese incedibile dalla società guidata da Cosmo Giancaspro. “Non ha prezzo, è fuori mercato” la musica ribadita per l’intero mese di agosto. Una scelta che ha premiato il Bari, con il “Robben di Capitanata” già a quota 11 reti -9 in campionato e 2 in Coppa Italia- e mai così decisivo. Dal ritorno al San Nicola dal Vicenza, nel gennaio 2017, Cristian ha trovato 18 volte la via della rete in 30 partite ufficiali. Dati frutto di una crescita personale: meno introverso, più disinvolto e forte sul piano caratteriale.
Una rete ogni partita e mezza giocata, numeri che cozzano con il digiuno di 180’ vissuto contro Pescara e Novara, coincise con due vittorie: a smentire chi già parlava di Galano-dipendenza. Questa volta, sulla strada di CR11, come qualcuno a Bari lo ha affettuosamente soprannominato, non ci sarà un avversario qualsiasi, ma il Foggia, la sua città, tornato in B dopo 19 anni di Purgatorio. Dopo i silenzi dell’estate, quando il suo nome era tra i più chiacchierati della B in sede di calciomercato, Galano ha risposto a suo modo: con gol e giocate, indimenticabile la rovesciata nel 2-1 di Coppa contro il Parma ad agosto. A Bari, dove Conte lo ha fatto esordire in prima squadra nel 2009, a 17 anni, Cristian ha trovato l’amore (Giorgia, barese doc) e una dimensione pronta a esaltarlo e esaltarsi grazie alla sua classe. Il tridente completato da Cissè e Improta, completato dai lampi di Brienza, Nenè e Floro Flores, ha posto le basi per la temporanea vetta della classifica. Che a Bari mancava da otto anni. Chi c’era in panchina? Antonio Conte, lo stesso che lanciò Galano nel calcio dei “grandi”. Non di statura, tema sul quale il numero 11 spesso scherza con i compagni. Per arrivare tra i big, in A, lui sa che deve continuare a fare gol. Anche se di fronte, domenica a pranzo, avrà il suo passato.