L’italiano che segna più di tutti lavora in ditta! Badalassi: “Il mio calcio: sacrificio e passione”
La nostra intervista a Imre Badalassi, attaccante del Tre Penne e miglior marcatore italiano in stagione
Chiamiamo Imre Badalassi dopo pranzo, prima che riattacchi a lavorare. “Ho un’oretta di tempo poi ricomincio“. Di mestiere fa il rappresentante commerciale di una ditta di lavaggio. Ma noi ve lo presentiamo come il miglior marcatore italiano della stagione 2023/24. Gioca a San Marino, nel Tre Penne, dove ha realizzato 22 gol in 22 partite. Meglio di molti campioni affermati e di qualche suo idolo: “Haaland è il mio preferito. – racconta a gianlucadimarzio.com – Ci assomiglio per caratteristiche, con le dovute proporzioni: lui è al Manchester City, io a San Marino“. Le cose però potevano andare in maniera diversa.
Badalassi: “Mi chiamò un club di Serie A, poi l’infortunio…”
A 18 anni Imre gioca a Santarcangelo, in quella che all’epoca si chiamava Serie C2. Vive da solo, a 200km dalla sua Firenze. “Vivevo solo di calcio, poi alla prima partita mi ruppi il crociato, una bella battuta d’arresto. – racconta – In quel periodo avevo anche ricevuto la chiamata del Cesena, che giocava in Serie A. Fu molto dura, ma mi rimboccai le maniche e ripartii“. Recuperato dall’infortunio, Badalassi riprende a giocare a calcio in Terza Categoria, vicino casa, e in poco tempo arriva in Serie D: “Per scelte di vita rifiutai di andare al Siena. Avevo conosciuto la mia attuale compagna, con cui ho due figli, così iniziai a lavorare“. Vita vera, la chiama lui.
Vita che lo porta a San Marino, dove l’amore per il calcio non passa, anzi. “Qui ho trovato una bella realtà. Faccio le cose con gioia, senza che i sacrifici mi pesino“. La giornata tra lavoro e allenamenti è intensa. Sveglia alle 5:30 per i primi giri di clienti tra Ravenna e Fano. Dopo una pausa pranzo, il lavoro continua fino alle 18, quando torna a casa a prepararsi per andare al campo, dove ci si allena dalle 19:30 alle 21:30. “La stanchezza a volte si fa sentire. Ci sono giornate più pesanti di altre, specie quando si gioca nell’infrasettimanale quando finisci tardi e dormi poco. I sacrifici ci sono, sono tanti, ma è la passione che muove tutto“.
Badalassi: “Champions? Ti senti un calciatore vero”
Non solo Badalassi. Al Tre Penne tutti i giocatori hanno un altro lavoro. Il calcio qui è solo passione, che delle volte sa regalare delle notti memorabili. Come quelle europee, a cui la squadra sanmarinese partecipa nei turni preliminari: “Abbiamo fatto Champions League, Europa League e Conference League. L’atmosfera è veramente pazzesca, giochi davanti a migliaia di persone. In quei giorni tra allenamenti, viaggi e hotel ti senti un calciatore vero“. E a proposito di calciatori veri, sono tanti quelli che, come Badalassi, hanno iniziato tra campo e lavoro: “Chi ha fatto questa esperienza ha potuto capire che cos’è la vita reale. Quando uno lavora per portare a casa la pagnotta e poi arriva a palcoscenici importanti sa bene da dove viene, sa cosa vuol dire svegliarsi la mattina presto, lavorare e renderne conto poi a casa. Calciatori così hanno una marcia in più“. Nel calcio ideale di Imre Badalassi, formato da due ingredienti: sacrificio e passione.