Audero è già nella storia della Sampdoria
Aneddoti e cifre dell’operazione con la Juve: “Pacquiao”, come lo chiamavano a Venezia, è il primo portiere della storia blucerchiata ad aver concesso così pochi gol sinora.
A metà luglio, in pienissimo mercato estivo, la Sampdoria non aveva ancora deciso a chi affidare le chiavi della propria porta. In pole, su tutti, c’era Jandrei della Chapecoense: giovane ma non troppo (1993), pupillo di Walter Sabatini, che per i portieri brasiliani ha sempre avuto occhio. Vedi Alisson. La società tentennava, Giampaolo, su indicazione del preparatore dei portieri Luigi Turci, spingeva per il giovanissimo Emil Audero.
Nonostante avesse solo 21 anni, nonostante avesse giocato (ma alla grande) appena una stagione in serie B col Venezia al di fuori del ‘mondo’ giovanile della Juventus. Nonostante, a inizio carriera, facesse l’esterno di centrocampo e corresse su e giù per la fascia senza sosta! Così, da Emiliano (Viviano) a Emil, preso in prestito a un milione con diritto di riscatto a 14 e controriscatto in favore dei bianconeri a 6. Il tutto anche grazie al lavoro del suo agente, Manuel Montipò. Pochi dubbi e tanta fiducia a questo ragazzotto dai lineamenti asiatici, nato a Mataram da padre indonesiano e madre italiana, che a un anno si è trasferito a Cumiana, vicino a Torino. E l’impatto, in questo avvio di campionato, è stato decisamente sorprendente: 4 gol subiti in 9 partite di serie A. Con la Sampdoria che è attualmente la miglior difesa del torneo. Wow.
Poche parole, tanti fatti. Appariscente meno di zero, tremendamente concreto e dedito al lavoro. Un ‘genovese’ mancato sussurra qualcuno, strabiliato in particolar modo dalla sua maturità dentro e fuori dal campo. La sua calma infonde sicurezza, soprattutto ai 4 di difesa che stanno davanti a lui tutte le domeniche. Eppure, Emil, poco prima di entrare in campo, si concentra con una musica tutt’altro che soft: via, a palla, di Guns N’ Roses e Metallica. Un piccolo segreto sta anche nella scaramanzia. Già perché finito il riscaldamento pre partita, si infila sempre, tassativamente, prima il parasitinco destro di quello sinistro. Porta bene. Come il braccialetto preso in Indonesia che non si toglie mai dal polso.
Nel tempo libero gioca spesso alla playstation, pazzo di Call of Duty, ma quando può sente, parla o vede qualcuno della sua famiglia, a cui è legatissimo. In questi giorni è arrivato il papà direttamente dall’Indonesia, e ha assistito all’ennesimo clean sheet (già 5) del figliolo, in Samp-Sassuolo. Emil Audero, alias? Qualcuno, a Venezia, lo chiamava Pacquiao, noto pugile filippino. Alla Sampdoria il soprannome è meno in voga anche se alcuni sudamericani come Ramirez e Barreto ne hanno notato la somiglianza (estetica, fino a un certo punto). No ai guantoni, si ai guanti. Audero va dritto per la sua strada, puntando sempre a migliorarsi, perché “non subire gol è uno stimolo” ha detto. Certo, per avere la percentuale di salvataggi migliore di tutta Europa (87,5%) ed essere il primo portiere nella storia della Samp ad aver concesso così poco significa che la base di partenza è già molto, molto alta.