Atletico Madrid, Cerci: “Lazio possibile soluzione per gennaio: il mio passato alla Roma non sarebbe un problema”
Due stagioni difficili da mettere alle spalle e una gran voglia di recuperare il tempo perso. Alessio Cerci è pronto a riprendersi la scena: l’infortunio al ginocchio è ormai solo un ricordo. L’esterno azzurro parla di “rinascita” nel corso di un’intervista concessa al Corriere dello Sport:
“E’ una rinascita, sono pronto. Nel giro di un mese, un mese e mezzo, sarò pronto per giocare. A gennaio voglio trovare una squadra che mi faccia sentire importante, la stima voglio sentirla in campo. Non cerco una soluzione a caso, sono convinto di poter fare bene, per riuscirci devo avere tutti dalla mia parte. Dove vorrei giocare? E’ normale, preferirei tornare in Italia, è il Paese che mi ha cresciuto calcisticamente, se troverò una soluzione rientrerò volentieri. Ma non escludo altre opzioni, non sarebbe un problema giocare all’estero. Chiedo fiducia, sceglierò chi me la concederà”.
I problemi fisici lo hanno frenato anche nell’Atletico e nel Milan: “Mi sono portato dietro questo problema per un anno e mezzo. A Milano c’erano obiettivi da raggiungere e non sono un tipo che molla. Con il senno di poi mi sarei fermato, giocare e rigiocare mi ha creato solo problemi. Le prestazioni ne hanno risentito e il ginocchio è peggiorato. A Madrid nei primi quattro mesi non ho mai giocato da titolare tranne che una volta in Coppa del Re. Questo mi ha fatto pensare, mi ha spinto a cambiare subito. Lo capisco, nei grandi club arrivi e non puoi avere la presunzione di giocare subito, sapevo che davanti avrei avuto grandi campioni, ma pensavo di meritare qualche possibilità in più. Simeone mi ha sempre rispettato, faceva scendere in campo chi pensava fosse più adatto”.
Lazio e Bologna due possibili soluzioni anche per gennaio: “C’era l’interesse della Lazio, non erano convinti per via del ginocchio destro, vediamo cosa succederà nei prossimi mesi. Il Bologna ha calcolato i miei tempi di recupero, erano un po’ più lunghi, hanno preferito aspettare. Mi hanno dato una mezza parola per gennaio. Si vedrà anche in questo caso. Non sarebbe un problema giocare nella Lazio. Nella Roma ci sono cresciuto, ho bei ricordi, ma il calcio porta a fare delle scelte che diano l’opportunità di giocare. Candreva inizialmente ha avuto problemi, poi ha conquistato tutti i laziali. Il suo esempio è lampante. Immobile? Ci sentiamo spesso attraverso i messaggi, siamo rimasti in ottimi rapporti. Dopo aver vissuto quell’annata importante a Torino abbiamo condiviso la speranza di ritrovarci per rifare qualcosa di bello”.
Con il ct Ventura c’è da sempre un rapporto speciale: “L’ho conosciuto a Pisa, ricordo che mi presero perché lui voleva giocare con il 4-2-4, è il modulo che ama tanto, nacque subito un bel feeling. Non lo dico perché con lui ho fatto benissimo, lo dicono tutti i giocatori che ha guidato, è un maestro di calcio, ha ottenuto riconoscimenti anche dai colleghi. Ventura ha qualcosa in più degli altri, c’è poco da dire e da fare, è fantastico umanamente e tatticamente. Insegna calcio, gli altri allenano. E’ diverso”. Con Ventura in panchina ho una possibilità in più per tornare in azzurro, sarei felice di ritrovarlo come ct. Lavorerò sodo per raggiungerlo in Nazionale! Lo considero il miglior allenatore italiano, ha una marcia in più, ha bisogno di tempo per incidere. Il suo calcio è fatto di meccanismi, prepara le partite con precisione. Ci vuole pazienza, ci vuole tempo per assimilare il suo gioco anche se lui sa spiegarlo benissimo”.
Cerci esordì nella Roma di Totti e Capello: “Con Totti ho avuto un rapporto normale, si è sempre dimostrato molto disponibile, simpatico. Avevo 15 anni, iniziavo ad allenarmi con i campioni della prima squadra, c’era emozione, sognavo la mia consacrazione. Capello mi fece esordire a 16 anni e mezzo. Vennero a vedermi ai tempi degli Allievi e della Primavera. Facevo bene, facevo gol e un giorno arrivò la chiamata… Ero al bar di Trigoria, venne Galbiati, disse ‘ragazzino, domani verrai con noi, ti allenerai in prima squadra’. Pensai ad uno scherzo, non ci credevo”. Cerci fu vicino al trasferimento in Inghilterra: “Mancini mi voleva al City prima che firmassi con la Fiorentina, fui vicinissimo al club inglese, poi fecero marcia indietro, penso a causa di una scelta societaria, non di Mancini. Provò a prendermi anche dopo il primo anno di Firenze, mi chiamò Ventura e andai a Torino”.