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Antropologia, garra e il messaggio di Diego. Cremonese, alla scoperta del Ruso Ascacibar

Alla scoperta del nuovo centrocampista argentino della Cremonese, Santiago Ascacibar

Estate 2016, Giochi Olimpici di Rio. Dopo due finali perse con Germania e Cile, l’Argentina partecipa ferita all’Olimpiade in Brasile e con voglia di rivalsa. Avrebbe potuto contare su una formazione Sub-23 con Icardi, Dybala, De Paul, Ocampos, Romero, Paredes e molti altri, più un fuoriquota del calibro di Messi o Mascherano, salvo poi doversi presentare con una squadra alternativa, con Victor Cuesta come over e capitano, a causa delle resistenze dei club. Il più giovane della spedizione guidata dal Vasco Olarticoechea è un ragazzo biondo con gli occhi azzurri. “Siamo davanti al nuovo Mascherano”. Queste le parole dal ct albiceleste in riferimento a Santiago Ascacibar, prossimo rinforzo della Cremonese di Alvini. 

 

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Il cammino della Selección a Rio è stato breve, con l’eliminazione nella fase a gironi. Un flop totale e annunciato, con l’unica eccezione rappresentata dall’allora centrocampista dell’Estudiantes, che in quelle tre partite si contraddistinse da sotto-età. 168 centimetri di garra, leadership e anche qualche buona geometria per El Rusito, che brilla davanti alla difesa nella vetrina internazionale e inizia ad attirare su di sé le attenzioni dei club europei. La conferma arriva sei mesi dopo, con la fascia da capitano al braccio al Sudamericano Sub-20.

 

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Cresciuto in una famiglia con quattro fratelli (I due minori Julian e Mariano giocano nelle giovanili dell’Estudiantes) a Villa Elmira, umile barrio di La Plata, Santiago è entrato nelle giovanili dell’Estudiantes all’età di 8 anni. Uno dei suoi primi allenatori al Pincha è stato Omar Rulli, padre dell’attuale portiere del Villarreal, che gli ha insegnato a calciare con il piede debole, il sinistro. Quando inizia a giocare nella formazione Reserva (la nostra Primavera), il presidente Juan Sebastian Veron gli consiglia di continuare con gli studi per un possibile futuro in Europa e si iscrive alla facoltà di Antropologia, salvo poi dover abbandonare visto che nel 2016 arriva l’esordio in Primera. Al fianco della Brujita ha anche giocato una partita di Copa Libertadores contro il Barcelona de Guayaquill, quando nel 2017 l’ex Inter e Parma si era rimesso gli scarpini all’età di 42 anni. 

  

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Dal biancorosso dell’Estudiantes a quello dello Stoccarda neopromosso, che lo acquista nell’estate 2018 per 8 milioni. In Germania ci mette un po’ad adattarsi e nella seconda stagione, nonostante l’arrivo del connazionale Nico González in biancorosso, le cose peggiorano con la retrocessione in seconda divisione. Dopo solo sei mesi, a gennaio 2020 arriva la chiamata di Klinsmann per giocare nell’Herta Berlino. 1 gol in 53 match complessivi nei due anni e mezzo in biancoblù, con l’ultima annata giocata da titolare e la salvezza ottenuta ai playout contro l’Amburgo. 

 

 

 

 

 

 

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Anni complicati in Germania, complice qualche infortunio e una cultura diversa, ma nei quali riesce a realizzare il sogno di essere convocato dal ct Scaloni e a giocare tre amichevoli nel 2018. In quel momento diventa virale il tatuaggio di Maradona sul polpaccio destro, con lo stesso Diego che gli ha mandato un videomessaggio per ringraziarlo dell’omaggio: “Ti sono molto grato per il tatuaggio che hai sulla gamba e che porti con orgoglio, perché il pallone non si macchia e la maglia è tatuata su di noi. Un grande abbraccio, fratello. E tutta la fortuna del mondo”.

 

 

 

Dopo le difficoltà tedesche, per il classe 1997 sta per cominciare una nuova avventura, che inizierà il prossimo 14 agosto al Franchi contro la Fiorentina del connazionale ed ex compagno Nico González. Con l’obiettivo di centrare una nuova salvezza con la maglia grigiorossa della Cremonese e per riconquistarsi la fiducia di Scaloni.