Arbitri, Pacifici e Rocchi spiegano i casi di Vlahovic e Lukaku
Il designatore e il presidente dell’Aia hanno parlato all’evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport dei casi arbitrali che hanno coinvolto i due attaccanti
Terza giornata della Milano Football Week, evento organizzato dalla Gazzetta dello Sport, durante la quale i protagonisti sono stati gli arbitri. Carlo Pacifici, nuovo presidente dell’Aia e il designatore Gianluca Rocchi hanno analizzato gli episodi arbitrali che hanno coinvolto Lukaku e Vlahovic, protagonisti di insulti razzisti.
Pacifici ha ribadito che “Il giallo a Lukaku a Torino era formalmente corretto e lo ha scritto pure Gravina nella grazia al giocatore dell’Inter. L’Aia è contro il razzismo ed è vittima del razzismo perché la nostra associazione è multietnica. Il fenomeno del razzismo è da debellare con azioni concrete da parte di tutti, non solo degli arbitri, ma anche delle autorità dentro e fuori dal calcio”.
Rocchi: “La nostra categoria combatte il razzismo”
Il designato re Rocchi ha aggiunto: “L’indicazione che abbiamo dato agli arbitri giovedì è che un calciatore oggetto di razzismo non venga ammonito. Massa in quell’occasione non sapeva del pregresso, del gesto che Lukaku aveva già fatto per esultare, e per questo il giallo era giusto: pensava che fosse provocatorio, ma non lo era. Abbiamo dato l’indicazione di fermare la gara per uno o due minuti per dare un segnale chiaro contro il razzismo: la nostra categoria lo combatte e non siamo incoerenti”.
E ancora: “Nel caso di Vlahovic è stato fatto di tutto perché non fosse oggetto di razzismo, ma se Doveri lo rincorre e gli dice di non andare sotto la curva dell’Atalanta lui non lo deve fare, altrimenti diventi un provocatore. Dalla ragione, che Vlahovic ha totalmente, altrimenti passi dal torto. Abbiamo capito il problema del razzismo e lo interpreteremo nel modo giusto”.