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Alessio racconta Conte: “Poteva andare all’estero, ma ha voluto il Napoli”

L’ex vice di Conte si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com

È difficile star senza lavorare, però cerco di aggiornarmi“. Dopo anni al fianco di Antonio Conte, Angelo Alessio è tornato a camminare da solo: Kilmarnock e poi l’Indonesia. Ora la ricerca di un nuovo progetto: “È un momento così, spero che al più presto io possa avere un’opportunità di lavoro”, racconta a gianlucadimarzio.com.

Juve, Italia e Chelsea: Alessio e Conte, fianco a fianco

Inevitabile partire dal Napoli di Conte e dal suo primato in Serie A:Neanche Antonio si aspettava di essere primo in classifica, anche perché sappiamo che ci sono stati un po’ di ritardi sul mercato. Dalla seconda partita ha quasi sempre vinto; 8/11 sono i giocatori che avevano trionfato con Spalletti, c’è da fare un percorso per riportare il Napoli a vincere, però sono su una buona strada e sono tra le pretendenti per la vittoria finale”, aggiunge Alessio. “Ci siamo sentiti l’ultima volta prima dell’inizio del campionato. Lui aspettava dei giocatori che poi sono arrivati. Gli premeva creare un ambiente positivo dove tutti i giocatori potessero esprimersi al meglio, quello spirito di squadra si era visto due anni prima e si era perso nell’ultima stagione. Ha ricreato una squadra solida e sta facendo un ottimo calcio, darà filo da torcere fino alla fine”.

Napoli però non era l’unica soluzione possibile per il proseguimento della carriera dell’allenatore pugliese: “A mio avviso poteva andare all’estero, però ha preferito Napoli perché c’era una base da cui ripartire e con alcuni innesti si poteva fare bene. Lui ha scelto bene i giocatori, la società gli è stata vicino; De Laurentiis lo ha voluto e lui ha voluto De Laurentiis e soprattutto il Napoli”.

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Conte e Alessio hanno fatto la storia insieme, dovunque sono andati, ma come è iniziato tutto? “Abbiamo giocato insieme nel ’91-’92 e abbiamo tanti amici in comune. Ci frequentavamo anche fuori dal campo, ci legava una conoscenza alla base del rapporto professionale, partito a Siena. Abbiamo proseguito alla Juventus e dopo siamo andati in nazionale per due anni, purtroppo finiti ai calci di rigore contro la Germania, ma è comunque stata una bellissima esperienza; poi l’avventura al Chelsea, dove siamo riusciti a vincere Premier League e FA Cup. Credo sia stato un bellissimo percorso, ogni anno abbiamo vinto, sono stati otto anni di lavoro, vittorie ma anche qualche delusione”.

In mezzo anche la delusione della Nazionale appunto, un portone non chiuso per l’ex Juventus e Inter: “Era un momento particolare per la Nazionale, non era una squadra fortissima per nomi. Però con il lavoro, con l’abnegazione e col sacrificio soprattutto dei calciatori si creò quell’empatia che ci portò a fare un ottimo Europeo; quella squadra giocò benissimo ogni gara. Conte lo rivedrei bene sulla panchina della Nazionale, anche se non a breve perché ora è concentrato su quello che c’è da fare a Napoli. Per la Nazionale c’è ancora tempo”.

Poi la scelta di separarsi, accompagnata da alcuni rimpianti: “Dopo il Chelsea lui ha deciso di rimanere fermo, ed è maturato in me il pensiero di poter giocarmi una carta da solo. Ho sbagliato però ad andare in Scozia al Kilmarnock piuttosto che tornare in Italia; nonostante un 5° posto fui esonerato, anche se con una squadra come quella era un buon posizionamento. Poi sono andato in Indonesia con Marco Motta. Tanti addetti ai lavori ora non mi conoscono, dunque a oggi non ho avuto ancora un’opportunità, probabilmente perché sono stato fuori per un po’ di anni”. 

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Alla scoperta di Conte

In questo percorso da “solista”, uno dei riferimenti di Alessio resta inevitabilmente Conte, che “oltre a essere un motivatore, studia molto le partite e gli avversari. Riesce a capire dove un calciatore può rendere al 100%, a disegnare l’abito giusto per tutti per poter farli esprimere al massimo. Anche a Napoli ha fatto lo stesso, è partito con un sistema di gioco per poi passare a un altro più congeniale per le caratteristiche dei giocatori. Tutte le squadre di Conte corrono fino alla fine, possono giocare due partite di fila”. 

Ma come si potrebbe spiegare Conte a qualcuno che non lo conosce, se non con un aneddoto? “Alla Juve giocammo contro l’Udinese e vincemmo 3-0, ma lui negli spogliatoi si arrabbiò molto. Pepe alzò la mano e disse: ‘Mister, ma i bianconeri siamo noi‘. Nonostante il 3-0 lui era arrabbiato perché aveva visto un po’ di relax nel finale e queste cose non dovevano succedere. Questo è il pensiero: vincere e continuare soprattutto a lavorare, non fermarsi mai; questo perché spesso quando si vince si crea un po’ di rilassatezza nelle menti dei giocatori; invece, è in quel momento che bisogna fare di più: questi sono i principi di Conte”.

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Per concludere, Alessio ha espresso il proprio pronostico sul campionato di Serie A attualmente in corso: “Se il Napoli riuscirà a tenere questa posizione fino a gennaio e poi prenderà qualche altro giocatore credo che abbia una grossa probabilità di vincere lo Scudetto”.

Sempre con un occhio di riguardo verso il caro e vecchio amico Antonio, perché alcuni anni lontani non possono cancellare la storia scritta insieme.

A cura di Alessandro Mammana e Andrea Monforte