Nel magico mondo di Gagliardini: aneddoti e curiosità raccontate dai suoi genitori
“Vostro figlio è in Nazionale”. Pensateci e immaginate quel preciso istante, quanta emozione nel volto di mamma Rosanna e papà Alessandro, che dopo sacrifici e momenti complicati ricevono una delle notizie più belle. La consacrazione della passione di loro figlio. Una passione oggi professione. Quasi due settimane fa Roberto Gagliardini è stato convocato da Ventura in Nazionale maggiore. Per merito. Perché sul campo – con la sua amata Dea Atalanta – ha dimostrato di valere. E nella giornata di ieri è arrivata anche quella al primo dei tre stage della ‘Azzurra’ tra il 21, il 22 e 23 novembre.
Dalmine, provincia di Bergamo. E’ papà Gagliardini ad accoglierci, visibilmente emozionato. La prima convocazione in azzurro di suo figlio continua a scaldargli il cuore. Lo farà per sempre, immaginiamo. Papà Alessandro ricorda con precisione ogni istante e lo ripercorre insieme a noi. “Sappiamo dell’infortunio di Barzagli mentre eravamo a Reggio per Sassuolo-Atalanta”. Ricostruiamo la scena. “Noi, i genitori di Conti e quelli di Caldara, tutti insieme, seduti vicini. E ragionando… pensavamo che nel migliore dei casi fosse Caldara il convocato”. E invece, colpo di scena.
“A mezzogiorno mi chiama l’agente di Roberto. Mi avvisa della possibilità ‘forse Ventura chiama Roberto’ e dopo mezz’ora arriva l’ufficialità”. Insperata. Come un fulmine a ciel sereno. “Non se lo aspettava nessuno!”. Chi lo dice al ragazzo? “In vivavoce, con tutta la famiglia, abbiamo chiamato Roberto. Eravamo al settimo cielo. Lui l’ha saputo da suo fratello”.
Il poi è solo emozioni a cascata. “Da quel giorno in poi lo abbiamo sentito tutti i giorni su Skype” ci racconta la mamma. E poi tutti allo stadio. “Io sono andata a San Siro con il fratello e la sorella ma c’erano anche parecchi amici che si sono organizzati appositamente”. Momento unico. “Domenica aveva la serata libera, usciva a cena con la squadra: ci siamo sentiti velocemente perché doveva cambiarsi al volo… era al settimo cielo”.
“Giocano insieme da quando hanno sette e otto anni, ormai ci conosciamo tutti benissimo anche tra famiglie. Tra loro si divertono tanto, hanno qualcosa in più proprio perché sono cresciuti nella stessa squadra”. Ora è tutto splendido, in passato però ci sono stati anche momenti difficili: “E’ rimasto sempre molto tranquillo – dice mamma Rosanna – ha sempre aspettato la sua occasione. E’ una delle sue doti migliori. Un segreto? Non legge mai i giornali! Non si fa condizionare. E’ un ragazzo molto riservato”.
Gagliardini come Conti e Caldara: ultimamente le voci di mercato ci sono eccome, per tutti e tre. “Non ne abbiamo mai parlato – assicurano i genitori – Roberto è un ragazzo con i piedi per terra, tutto questo lo può lusingare, nulla di più. A quell’età è forse meglio lasciarli divertire”.
In qualcosa, però, il Gagliardini che abbiamo imparato a conoscere in Serie A è cambiato. Parliamo del modo in cui scende in campo, la cosiddetta cattiveria agonistica: “Prima non parlava mai, ora è più sicuro e determinato. Prima non veniva mai ammonito, quest’anno già quattro volte in otto partite”.
A portare Roberto all’Atalanta, con il fratello Andrea, fu il ‘Maestro’ Bonifacio. “Lui ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita di mio figlio – ci dice il papà – un giorno avevamo accompagnato il fratello Andrea alla Casa del Giovane, dove doveva partire per un torneo a Genova con i giovanissimi. Il ‘Maestro’ gli disse: ‘Roberto, perché non vieni anche tu con noi? Dai, vai a prendere la borsa!’. Nonostante avesse due anni in meno di tutti gli altri ragazzi. Lì lo ha fatto debuttare e hanno vinto il torneo”.
Poi la mamma, racconta un aneddoto: “Pensate che un giorno dovevo accompagnare lui e il fratello a Zingonia per il primo allenamento della stagione, quando ancora erano bambini. Arriviamo e… entrambi avevano dimenticato la borsa da calcio. Li ho riportati a casa e non è mai più successo”. Fino al sogno Nazionale, oggi una realtà per Roberto.