Amore, rispetto, delusione, paura: caso-Totti, opinioni e pareri di una tifoseria divisa
Colazione pronta, “cappuccio, cornetto e corriere” lì sul tavolo. Tipico trittico romano. Sguardo alla tv e…notiziona: “Totti escluso dai convocati per la gara col Palermo”. “Ma che state a dì?” è il commento a caldo. Niente di più vero. “Bombetta” della domenica, a Roma esplode il caso-Totti. Ieri sera l’intervista del Pupone al TG1: “Voglio rispetto e correttezza per quello che ho dato a questa squadra”. Stamattina, poi, confronto con Spalletti e via: out dai convocati, il Capitano torna a casa.
Roma “in ebollizione”. “E’ la fine di una leggenda?” titola il Mirror. Notizia che nel giro di mezz’ora fa il giro del mondo. Soltanto 6 presenze stagionali per Totti, ieri ha deciso di reagire: “Con Spalletti soltanto buongiorno e buonasera”. E i tifosi? Tutti lì, a un bivio. Davanti a quel “cappuccio” mattutino ormai consuetudine. Un po’ come Totti, perché “senza di lui la Roma non esiste”. Ma la tifoseria è spaccata.
Soltanto domande, dilemmi come il Circo Massimo: Totti o Spalletti, chi ha ragione? Interrogativi amletici a cui soltanto la gente può rispondere. Da Testaccio alla Garbatella, passando per l’Olimpico. Zone clou di una romanità divisa: da una parte “Oh Capitano, mio Capitano” dall’altra l’intransigenza “spallettiana”.
Noi di GianlucaDiMarzio.com abbiamo raccolto alcuni pareri. Il primo a parlare è Fabio, ventenne: “Totti deve giocare di più, senza dubbio. Non perché è Totti, ma perché lì davanti è ancora il più forte di tutti. Non ha “sgravato” nell’intervista al TG1, ma quelle cose avrebbe dovuto dirle in faccia. Giusto punirlo, ma non fino a questo punto”.
Opinione pro-Totti condivisa da Giovanni: “Io sto con Totti. Probabilmente è il suo ultimo anno a Roma, il sogno sarebbe stato vincere qualcosa qui. Però non avrebbe mai immaginato di essere stato umiliato in questo modo, fatto entrare negli ultimi 5′ ogni 3 partite. Chiede rispetto, giustamente. Se Totti dice che può giocare, uno che ha vinto qualcosina, sarà vero. Oltretutto, Dzeko è un morto de sonno, perché Totti dovrebbe essere il quinto cambio?”.
Gli fa eco Alessandro, “tottiano” doc: “Finiamola con la storia che Totti è vecchio, forse alcuni non ricordano la doppietta alla Lazio lo scorso anno, in acrobazia. A 39 anni corre più di tanti giovani di Serie A. Punto”. Tutti ventenni, figli di una generazione cresciuta a pane e numero 10. Nella mente quel “The King of Rome” che non è morto. Ascoltiamo, però, anche il parere di Antonio, cinquantenne padre di famiglia che di capitani ne ha visti parecchi: “Né Totti, né Spalletti. Io sto con la Roma e con il suo allenatore. La squadra resta, i giocatori e i capitani passano”.
Gianluca, quasi quarantenne, è del suo stesso pensiero: “Totti ha torto marcio, non è vero che la Roma l’ha rispettato. Anzi. Nessuna bandiera è stata mai rispettata come lui. Spalletti doveva metterlo fuori squadra, altrimenti avrebbe perso credibilità”. Parole forti, dure, decise. Nei confronti di chi, negli ultimi vent’anni, è stato “anima e core” della Roma giallorossa. “Ha sbagliato ed è giusto che paghi. Ha sempre detto che non sarebbe diventato un problema, ora lo è. Ma che pretende? Ha quasi 40 anni, cosa vuole giocare? E’ stato una leggenda, grazie di tutto ma ora è tempo di guardare avanti” dice Francesco. “Che Vergogna – sostiene invece Luca – rischia di rovinare 20 anni di carriera anteponendo i suoi interessi a quelli della società che dice di amare. Ripeto, una vergogna”.
“Ha ragione Spalletti, con quell’intervista ha rovinato tutto. In altre società non sarebbe mai successa una cosa simile…”. E ancora: “Totti ha sbagliato, dovevano chiarirsi prima”. Tifoseria divisa. Spaccata a metà. Sullo sfondo, poi, una paura immane, quasi un terrore. Ce ne parla Valerio: “Temo che la storia d’amore più bella che la Roma abbia mai visto possa concludersi nel peggiore dei modi. Totti e la Roma sono un tutt’uno, non può finire così, non deve finire così, ho le lacrime agli occhi”.
Attimi di pura tensione calcistica, paura. Opinioni contrastanti poi, tra il “guai a chi tocchi Totti” ad “anche i campioni devono riconoscere quando dire basta”. Nel mezzo, poi, quella malinconia tipica di chi ancora non si rende conto di cosa sia successo. Perché un caso-Totti, a Trigoria, non era mai accaduto. Roma risplende sotto il sole di una domenica mattina, ma l’aria è cupa. A Testaccio, Garbatella e zona Olimpico parlano in pochi, visibilmente scossi. Stasera il Palermo in un clima surreale. Aspettando che la situazione si risolva. Roma è divisa, Totti non è più intoccabile.